Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Gen 17, 2012 Redazione Ambiente 0
Il business delle crociere continuerà ma al largo di 13 località italiane verso le quali le rotte sono considerate “pericolose”. Un provvedimento restrittivo del Governo, “imminente” a sentire il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, vieterà alle grandi navi passeggeri le rotte considerate più a rischio. Tra queste ci sono anche le linee di navigazione che sfiorano le Isole Tremiti.
Le isole pugliesi sono situate soltanto ad una dozzina di miglia da Torre Mileto, la punta più avanzata del Promontorio, a 50 miglia dallo storico porto di Manfredonia. Un sinistro navale, soprattutto se è coinvolta una nave come la “Costa Concordia” ma anche qualunque mezzo navale o una petroliera, potrebbe provare danni irreparabili. Dal decreto in poi probabilmente le navi che superano un certo tonnellaggio non potranno più avvicinarsi alla costa delle Diomedee se non restando ad una distanza stabilita, e ciò in aggiunta alle misure di tutela già previste per le riserve marine.
Navi al largo dalle Tremiti dunque come pure nella laguna di Venezia, negli arcipelaghi del Tirreno come la Maddalena o Ponza. Attenzione anche nell’attraversamento dello stretto di Messina, nell’area delle Bocche di Bonifacio, fra Sardegna e Corsica, nella zona del Santuario dei Cetacei che tocca tre grandi aree, Toscana, Corsica e Liguria. Tutte località, con il loro patrimonio artistico e ambientale, che rientrano nelle rotte considerate pericolose e che il decreto tende a tutelare dal traffico commerciale. Ora i giganti dell’Adriatico e del Tirreno che girano intorno agli ottomila chilometri di coste della penisola italiana dovranno tenere conto di nuovi parametri.
E questi sono solo alcuni degli interventi previsti per evitare tragedie come quella dell’Isola del Giglio. All’indomani del dramma vissuto dai passeggeri e dall’equipaggio della Costa Concordia, si parla anche di navi con doppio scafo, controlli intensificati, percorsi alternativi. Il presidente di parchi italiani pensa anche una specie di tassa sulle bellezze dell’Italia, ”soprattutto per le navi da turismo” prevedendo ”un qualche contributo per ogni passeggero” per i paesaggi che offriamo. Niente sarà più come prima, ma il dramma resta: oltre al rischio di un grave danno ambientale, sono 6 finora le vittime e ad angosciare sempre di più, col passare del tempo, sono quelle 29 persone che ancora mancano all’appello.
La Redazione
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