Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Feb 16, 2013 Redazione Ambiente 1
È ancora allarme petrolio in Puglia. Questa volta il pericolo arriva dalla terra e non dal mare, ma mette a rischio comunque l’acqua, quella che scorre dai rubinetti nelle case pugliesi.
Ad aprire un nuovo fronte “No” all’oro nero, è il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, durante la conferenza nazionale ‘No triv’ di Legambiente, tenutasi ieri 15 febbraio a Policoro. La minaccia alla salute dei pugliesi proviene dall’Irpinia, da cui la Puglia trae il suo maggiore sostentamento idrico e dove ora un permesso di ricerca di idrocarburi potrebbe diventare operativo.
Si tratta del progetto “Nusco”, comune in provincia di Avellino, per il quale il Ministero dello Sviluppo Economico ha, infatti, autorizzato la società Cogeid, subentrata alla italiana Italmin Exploretion srl, a effettuare prospezioni petrolifere in un’area di quasi 700 chilometri quadrati a ridosso della provincia di Foggia.
Le tecniche geosismiche di ricerca, con getti d’acqua e solventi ad altissima pressione, andrebbero ad intaccare un’area già ad elevata sismicità naturale oltre che un territorio a forte vocazione agricola, ricco di vegetazione e in particolare di falde acquifere. Ed è proprio da quelle falde acquifere che proviene la maggior parte dell’acqua pugliese. La questione dunque oltre che la Campania riguarda da vicino anche la Puglia.
Nonostante questo, secondo Introna, non sono state interpellate le istituzioni e le comunità pugliesi. Per questo in una nota inviata sia al presidente della regione Campania, Stefano Caldoro, che al presidente del Consiglio regionale campano Paolo Romano, definisce inspiegabile la situazione,
“considerati i buoni rapporti istituzionali, tradizionalmente corretti e collaborativi”.
Un black out informativo per il quale la Puglia si vede anche costretta a ricordare la solidarietà sempre dimostrata alla vicina regione, come in occasione delle ripetute crisi che hanno paralizzato la gestione dei rifiuti a Napoli, con le discariche pugliesi che ricevono tonnellate di rifiuti solidi urbani dalla Campania.
Un’iniziativa, quella del presidente del consiglio regionale Introna, che va sicuramente a beneficio di tutti i cittadini pugliesi, ma che non manca di suscitare domande e perplessità. Se questa, infatti, è la posizione del consiglio regionale della Puglia, di fronte alle prospezioni petrolifere in Irpinia perché solo due mesi fa la giunta regionale ha approvato e emesso il permesso di ricerca “limitatamente alle sole indagini di laboratorio geologiche e geofisiche” alla Vega Oil Spa in località “Masseria Montarozzo”, un’area a sud-est di Foggia che interessa 155 chilometri del territorio di Foggia, Ascoli Satriano, Carapelle, Ordona, Orta Nova?
La Redazione
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Commenti: “Ricerca petrolio in Irpinia minaccia la Puglia: a rischio l’acqua del rubinetto”