Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Apr 29, 2014 Redazione Ambiente 1
Torna nuovamente lo spettro delle trivellazioni nel mare Adriatico, ma questa volta il Governo Italiano non c’entra. A dirigere l’orchestra è il Governo di Zagabria che ha dato il via libera alle perforazioni petrolifere nel mare Adriatico nello specchio d’acqua antistante le Isole di Pelagosa, in pratica nel mare nel Gargano.
Da Vieste sono ancora più vicine delle Isole Tremiti. Lo sono anche a vista d’occhio guardando dalla litoranea Peschici-Vieste. Sono le Isole di Pelagosa, l’arcipelago situato tra le Isole Tremiti e l’isola di Lagosta, a soli 30 miglia marine (poco più di 50 chilometri) da Peschici, e appartenenti politicamente alla Croazia (al comune croato di Comisa per la precisione). Ed è proprio lo specchio d’acqua antistante questo arcipelago che sarà oggetto di attività petrolifera. O almeno così ha deciso la Croazia.
Le Isole di Pelagosa, infatti, sono una delle 29 fette del mare Adriatico (8 aree individuate nell’Adriatico settentrionale e 21 nell’Adriatico centrale e meridionale) con dimensioni tra i mille e i 1.600 chilometri quadrati, destinate all’attività petrolifera dal Governo Croato che un mese fa ha emanato il bando per l’esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi. L’asta sarà chiusa entro novembre e sancirà nei primi mesi del 2015 i vincitori: sono candidate già una ventina di compagnie di mezzo mondo, tra cui l’ExxonMobil, la Shell e anche l’Eni.
Secondo le stime croate i giacimenti off-shore adibiti allo sfruttamento di petrolio e gas potranno garantire risorse per 3 miliardi di barili, al punto che il ministro degli esteri Ivan Vrdoljar si è spinto a definire l’Adriatico orientale
“una piccola Norvegia di gas a nord e petrolio a sud che può fare di noi un gigante energetico dell’Europa”.
Stime croate a parte, se le estrazioni offshore diventassero realtà sicuramente la produzione energetica Croata supererebbe abbondantemente il consumo interno. Una possibilità che il Governo non ha nessuna intenzione di farsi scappare, soprattutto considerata la sua necessità di far quadrare i bilanci da quando, nel luglio dello scorso anno, ne è stata accettata l’entrata nell’Unione Europea.
Peccato però che la decisione del governo croato sarebbe in totale contraddizione con le linee guida tracciate proprio dalla Commissione europea su una nuova politica marittima per il mar Adriatico ed il mar Jonio, fondata su “un’economia blu rafforzata, un ambiente marino più sano, uno spazio marittimo più sicuro e attività di pesca responsabili”. Impegni che anche la Croazia ha sottoscritto.
Era la fine di Aprile di 4 anni fa quando partirono le manifestazioni dei ‘No Triv‘ che si sono battuti per dire no alla ricerca del petrolio nel mare Adriatico. Tutto iniziò all’indomani del parere positivo espresso dall’ufficio Valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente (all’epoca guidato dalla ministra Stefania Prestigiacomo) alla richiesta della Petroceltic Elsa di sondare il mare tra il Gargano e le Isole Tremiti alla ricerca del petrolio: da Termoli (con la partecipazione di Lucio Dalla nel maggio 2011) a Manfredonia fino a Monopoli. Ora queste battaglie potrebbero ridursi ad un nulla di fatto.
La Redazione
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Commenti: “Petrolio in Adriatico, Croazia pronta a trivellare vicino al Gargano”