Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Lug 14, 2014 Redazione Ambiente 0
Quasi 300mila tonnellate per un equivalente di oltre 226.500 metri cubi di rifiuti interrati.
Mentre è stata fissata la data di inizio del processo per le persone coinvolte nel traffico di rifiuti che dalla Campania sarebbero stati trasportati e sversati nella provincia di Foggia per un giro di affari di oltre 10 milioni di euro, così come è emerso dall’inchiesta dei carabinieri, denominata “Black Land“, che ha portato all’arresto di 14 persone, ecco arrivare gli attesi risultati dei carotaggi (gli esami di scavo, prelievo ed analisi di campioni effettuati da consulenti tecnici) effettuati, prima dai carabinieri e poi dai tecnici della procura di Foggia, sulle discariche abusive trovate in Capitanata.
A renderli noi è stato il Cap. Nicola Gargini del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia e il loro esito è allarmante.
Le discariche illegali analizzate sono cinque, tutte di proprietà privata e tutte concentrate nel territorio di Ordona e di Cerignola e in alcuni terreni di Apricena. Diverse le tipologie di rifiuti rinvenuti. La prima tipologia è quella dei solidi urbani non differenziati (interrati da poco e per i quali il processo di decomposizione non è ancora o è appena iniziato). La seconda tipologia è quella dei solidi urbani in avanzato stato di decomposizione, cioè interrati da più tempo, di aspetto nerastro e maleodoranti. Su questi è stata rilevata la presenza di elevati valori di carbonio organico totale che, fanno sapere i carabinieri, dopo la bonifica vanno smaltiti mediante impianti di trattamento termico.
La terza tipologia riguarda i terreni e le sabbie, venuti a contatto con le prime due, che presentano valori analitici superiori ai limiti delle concentrazioni soglia di contaminazione per i siti ad uso commerciale e industriale, in alcuni casi, e per i siti ad uso verde pubblico, in tutti i campioni analizzati.
“Per tutti i siti – si legge nella relazione tecnica – è necessario procedere alla bonifica, rimozione e smaltimento dei rifiuti presenti, destinandoli a discariche per rifiuti non pericolosi o impianti di trattamento termico”.
Un’operazione, quella della bonifica, che secondo gli esperti, va effettuata anche in tempi rapidi per limitare l’impatto ambientale e soprattutto perché si tratta di aree che, oltre a non essere idonee allo scopo, sono immediatamente adiacenti a zone agricole coltivate.
Ecco nel dettaglio la quantità di rifiuti presenti in ognuno dei siti analizzati di proprietà privata:
1. Agro di Ordona, Loc. Cavallerizza, proprietà Ciaffa Michelina: 7.500 m3 – 10.000 tonnellate;
2. Agro di Ordona, Loc. Cavallerizza, proprietà Ciaffa Gerio: 205.000 m3 – 270.000 tonnellate;
3. Agro di Cerignola, Loc. Cavallerizza, proprietà Pelullo Antonio: 12.000 m3 – 15.000 tonnellate
4. Agro di Apricena, proprietà Società Agricola Castel Pagano srl: 500 m3 – 700 tonnellate
5. Agro di Ordona, Loc. Cavallerizza, proprietà Ciaffa Carmela: 1.500 m3 – 2.000 tonnellate.
La Redazione
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