Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Lug 30, 2014 Redazione Ambiente 0
Dopo che i sindaci di Cerignola e San Ferdinando di Puglia, tramite conferenza stampa, hanno espresso la loro contrarietà al nuovo sistema di trasporto dei rifiuti su rotaia, arriva la replica di Lorenza Nicastro, assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, che difende il progetto.
Sono passati solo cinque giorni dalla presentazione a Bari del nuovo progetto di trasporto su rotaia di rifiuti dei comuni garganici e in Puglia è già scoppiata la polemica. Il progetto, che ha già ottenuto il via libera dalla Regione, non ha trovato il consenso proprio di alcuni comuni coinvolti.
Antonio Giannatempo e Michele Lamacchia, sindaci di Cerignola e di San Ferdinando di Puglia, ma anche rispettivamente presidente e vicepresidente del comitato esecutivo del Consorzio di Igiene Ambientale Bacino Fg/4 e soci proprietari dell’Interporto di Cerignola, lo scorso 27 luglio, hanno manifestato il loro disaccordo in una conferenza stampa sostenendo che l’impianto di Forcone Cafiero e l’Interporto di Cerignola, “non sono assolutamente nella disponibilità della Regione Puglia”. Ora ai due è arrivata la replica da Bari.
“La Regione Puglia non ha titolarità nell’interporto di Cerignola. E’ l’unica affermazione condivisibile dei sindaci di Cerignola e San Ferdinando in una conferenza stampa che trovo, francamente, fuori luogo”. Questo il commento di Lorenzo Nicastro, assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia.
L’interporto di Cerignola, come rende noto Nicastro, fu finanziato con 46 miliardi delle vecchie lire (26 dell’allora Comunità Europea, 15 del Comune di Cerignola e 5 del Comune di San Ferdinando). Negli ultimi dieci anni poi la gestione sarebbe costata circa un milione di euro (con un passivo annuo che si aggira attorno ai 100mila euro).
“Sarebbe interessante sapere – fa notare l’assessore – quali siano gli obiettivi economici fissati dagli amministratori pubblici che gestiscono la società rivendicandone, giustamente i risultati. Un investimento fermo da 10 anni e da almeno 2, da quando non c’è più neppure la vigilanza in loco, abbandonato alla mercé dei vandali che hanno portato via tutto, eccetto forse i binari”.
L’Interporto, precisa Nicastro, non sarà un centro di stoccaggio ma sarà utilizzato esclusivamente per il trasbordo dei container:
“Dobbiamo ritenere che si preferisca tenere l’interporto chiuso e inattivo lasciando che, nottetempo, i vandali sottraggano anche le rotaie? E poi – prosegue Nicastro – non è previsto all’interno dell’interporto, e neppure sulla tratta ferroviaria che interessa il progetto, alcuno stoccaggio, come si vorrebbe far credere, ma solo un’attività di trasbordo dei container”.
E infine, riguardo al territorio foggiano recentemente interessato dall’inchiesta “Black Land”, sullo smaltimento illecito di rifiuti, Nicastro si definisce perplesso:
“È davvero incredibile che si dica no, per partito preso, ad una iniziativa che permette un controllo strettissimo sui percorsi che i rifiuti seguiranno per essere conferiti. Ordona e gli altri comuni di quel territorio, tristi protagonisti di quella vicenda, hanno subito gli effetti di un trasporto su gomma che, purtroppo, presta il fianco alla sciatteria e all’incuria quando non ad infiltrazioni criminali”.
La Redazione
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