Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Feb 03, 2012 Redazione Attualità 0
La Regione Puglia, parte civile nel processo stralcio abbreviato “La Fiorita”, chiede un milione di euro come risarcimento danni all’ex ministro agli Affari regionali, Raffaele Fitto. La richiesta è stata formalizzata stamattina nel corso dell’udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare Giulia Romanazzi.
L’ex ministro degli Affari regionali è imputato dalla Procura di Bari per due episodi di falso risalenti al periodo in cui era presidente della Regione Puglia. Nella fattispecie Fitto è accusato di aver manipolato l’esito di un’indagine conoscitiva sulla possibilità per le Asl pugliesi di gestire le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Un’alterazione che avrebbe indotto la Giunta, secondo i capi di imputazione, a emettere una delibera falsa”. In pratica, secondo la Procura, Fitto avrebbe fatto risultare che le Asl non fossero nella condizione di gestire le Rsa e che per questo sarebbe stato necessario fare un bando di gara che sarebbe dovuto essere gestito dall’Ares (Agenzia regionale sanitaria).
Quella delibera fu emessa il 27 aprile del 2004 dalla Giunta regionale: pieni poteri all’Ares di divulgare una nuova delibera con i parametri di partecipazione alla gara d’appalto per la gestione privata delle Rsa. E qui entrerebbe in ballo Giampaolo Angelucci: secondo gli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, infatti, questa seconda delibera sarebbe stata scritta ad hoc per il gruppo Tosinvest (il network di cliniche e strutture per la riabilitazione in tutta Italia particolarmente concentrate tra il Lazio e la Puglia), di cui amministratore è proprio Angelucci.
Il procedimento durante il quale oggi è stata ufficializzata la richiesta di risarcimento danni dalla Regione Puglia, è uno stralcio del processo in corso nel quale Fitto è imputato insieme ad altre 60 persone e per il quale pm della Procura di Bari Renato Nitti ha chiesto la condanna a due anni e otto mesi di reclusione.
Queste accuse, se fossero accolte dal gup Romanazzi, potrebbero avere un peso determinante nel processo ordinario perché alla base di questo procedimento, infatti, c’è proprio quella maxi tangente da 500mila euro che Angelucci avrebbe pagato al movimento politico fondato da Fitto, ‘La Puglia prima di tutto’: se il deputato del Pdl fosse condannato dal gup per i due presunti falsi, si rafforzerebbe l’ipotesi che quei soldi non erano un finanziamento lecito ad un partito. ma una vera e propria mazzetta.
La Redazione
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