Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Mar 20, 2012 Redazione Attualità 1
All’indomani della sentenza del Tar di Puglia che, nella battaglia contro i diritti esclusivi di pesca vantati su un’ampia porzione del Lago di Varano, ha dato ragione al Comune di Ischitella, si aprono nuovi e interessanti scenari sia per i pescatori che per l’intera comunità garganica. Se n’è parlato durante l’incontro che si è tenuto a Foce Varano sabato 17 marzo e che ha visto intorno allo stesso tavolo tutti gli attori coinvolti.
Con 2000 ettari di area lagunare che ora rientrano nella disponibilità del Comune di Ischitella, si possono finalmente affrontare tutti i punti della pianificazione che guardano alla valorizzazione del Lago di Varano. Una valorizzazione che potrebbe dare davvero una svolta alla realtà economica di Ischitella come ha spiegato l’assessore Raffaele Cannarozzi:
“Abbiamo cercato di portare la laguna all’attenzione di tutti pianificando ciò che non è stato fatto per una ventina d’anni. Iniziando da un progetto, che si è avvalso anche della consulenza del dott. Giuseppe d’Errico (del Cnr di Ancona), abbiamo recuperato circa 80mila euro. Perseguendo l’obiettivo del miglioramento della pescosità del lago, abbiamo individuato nella venericoltura un’importante risorsa”.
A tutto questo però mancava un tassello: quegli ingombranti diritti esclusivi vantati dalla famiglia Sansone e, in via derivata, dalla ‘Solemar’ di Strizzi Giancarlo & C. di Cagnano Varano. Ora, dopo la recente sentenza del Tar di Puglia che ha risolto un problema secolare, si può finalmente guardare oltre. Lo sguardo, come ha precisato Cannarozzi, va anche a una struttura già presente nella laguna e precisamente nel canale di marea del lago a Foce Varano: le griglie.
“Stiamo preparando un avviso pubblico per darle in gestione ed io penso che il soggetto funzionale a tale fine non possa che essere il consorzio dei pescatori che può chiederne la gestione completa. Parlo di gestione completa perché le griglie hanno una struttura polifunzionale che può essere utilizzata per la pesca, ma anche per il turismo, ad esempio come osservatorio, come attracco per le canoee ecc”.
Determinante ai fini della commercializzazione dei prodotti poi è stata la classificazione delle acque per l’analisi microbiologica e chimico-fisico:
“Il prodotto c’era – ha precisato il sindaco di Ischitella, il dott. Piero Colecchia – ma non riusciva a essere immesso nel mercato. Con il dottor Luigi Urbano, responsabile del servizio veterinario dell’Asl Foggia, abbiamo fatto i salti mortali per trovare risorse da impiegare nella classificazione delle acque. Ora quel piano di classificazione c’è, sappiamo quando il prodotto può essere messo direttamente sulla tavola di chi lo vuole utilizzare. Era uno stato di anormalità che ora è stato legittimato.”
Una legittimazione conseguita poi con grandi risultati, stando a quanto sostenuto dallo stesso dott. Luigi Urbano che, presente all’incontro insieme al dirigente Alberto Abbenante, con orgoglio ha definito la laguna di Varano come “il lago più pulito d’Italia”:
“Se fosse acqua dolce, la potremmo anche bere – ha aggiunto il dott. Urbano – un dato che non può che portare a una certificazione di qualità. Un lavoro, quello eseguito finora, che è stato possibile soprattutto grazie alla costante disponibilità dei pescatori.”
Questa fase rientrava nei presupposti per permettere ai pescatori di lavorare nella legalità. E’ lo stesso principio che è alla base dell’ordinanza emessa dal sindaco per rimuovere le cosiddette “bilance”: pontili e strutture in ferro piantate sul fondale che da circa un decennio invadono il canale Varano, un sistema di pesca non consentito dalla legge che rende pericolosa la navigazione. In più, coloro che erano soliti pescare non erano i pescatori di professione, ma semplici appassionati che hanno finito per sottrarre prodotti a coloro che traggono regolarmente profitto da questa attività. Una giungla di ferro e legno che sta man mano scomparendo dall’alba di martedì 13 Marzo quando, alla presenza delle forze di polizia (sul posto sono intervenute pattuglie del Corpo Forestale dello Stato, della Capitaneria di Porto, dei Carabinieri e dei Vigili Urbani), con la collaborazione dei volontari della Protezione Civile di Ischitella e soprattutto di numerosi pescatori del neo costituito consorzio, è stata data esecuzione a quell’ordinanza.
“Tutto questo è stato possibile perché abbiamo lavorato insieme” ha commentato il sindaco ringraziando tutti i presenti che si sono attivati in queste operazioni: dalla Capitaneria di Porto al comandante dei carabinieri di Ischitella, il maresciallo Perna, agli avvocati Girolamo Arciuolo e Gilda Sacco. Ma un ringraziamento particolare è stato rivolto ai pescatori.
“Senza il loro apporto – ha aggiunto Colecchia – non saremmo arrivati con tanto entusiasmo dove siamo oggi. Tutto questo perché credo fortemente che una buona amministrazione, oltre che a dare risposte immediate, debba iniziare a scrivere il futuro per gli amministratori che verranno. Noi abbiamo tracciato insieme il solco del futuro.”
“Diritto pieno su una parte del lago, significa amarlo di più”: è stato il commento di Gianfranco Pazienza rappresentante del Gac, Gruppo di azione costiera per lo sviluppo sostenibile della pesca nel nostro territorio che rientra nelle misure introdotte dal Fondo Europeo per la Pesca, nell’ambito della programmazione finanziaria europea 2007-2013, per promuovere il finanziamento di piani strategici di sviluppo delle zone costiere.
“La crescita più importante – ha aggiunto Pazienza – sta nel fatto che i pescatori partecipino attivamente alla valorizzazione della qualità del lago. Si può fare di più però perché i pescatori devono non solo pescare il pesce, ma imparare anche a lavorarlo e a offrirlo.”
Requisiti, questi, che secondo il ricercatore potrebbero tradursi in turismo balneare, turismo dell’entroterra e turismo culturale. Un altro accento andrebbe posto, ai fini delle risorse messe a disposizione in questo settore, alla pesca sostenibile:
“Come nell’agricoltura, dove sempre più importanza viene data ai prodotti agro alimentari, anche per la pesca i finanziamenti disponibili guardano ai parametri della qualità. E ora – ha fatto notare Pazienza – il contributo delle analisi dell’Asl, insieme con quello delle del Cnr e con quello fornito dall’Amministrazione, oltre ad essere una garanzia sono anche una virtù”.
Non solo, c’è un altro aspetto da tenere in considerazione nel settore della pesca: il ruolo delle donne. Va in questa direzione l’invito, rivolto da Gianfranco Pazienza ai pescatori presenti, a coinvolgere sempre di più mogli o figlie perché oggi l’impresa può essere favorita da questa presenza:
“A Ischitella c’è un tradizionale coro delle cantatrici – ha concluso Pazienza con una punta di poesia – chissà che non possano aiutare a cantare una nuova canzone in questa storia della pesca. Io ci credo e gli strumenti ci sono”.
Nel ringraziare gli avvocati del lavoro svolto per difendere gli interessi del Comune di Ischitella e dei pescatori in particolare, a prendere la parola è stato anche Michele Falco, un pescatore del consorzio:
“Essere inseguiti in mare da una motovedetta non è stato una passeggiata. Noi vogliamo svolgere la nostra attività nella legalità e, se mentre lavoriamo dovessero arrivare le forze dell’ordine, vorremmo che ci fosse un reciproco e rispettoso saluto”.
La Redazione
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Come concilieranno la pesca dell’esotico mollusco Thapes philippinarum (dichiarato politicamente autoctono ) con le esili e protette (convenzione di Berna e varie direttive habitat) praterie di fanerogame e cymodocea? Leggendo le dichiarazioni di Urbano e confrontandole con quanto scritto da Pelosi (http://www.scielo.br/pdf//qn/v26n6/a02v26n6.pdf a pag. 792 “Assim, estas espécies podemser classificadas como tóxicas33 nestas concentrações (Tabela 5))” sui sedimenti, c’è qual’cosa che non torna…..!!!!!!!!!!!!Se quei molluschi vivono infossati e nei sedimenti……e poi arrivano le idrorasche…cosa succede?