Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Giu 07, 2012 Redazione Attualità 0
Associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla truffa e al falso. Queste le accuse di cui dovranno rispondere, a vario titolo, medici, imprenditori, funzionari e dipendenti delle aziende coinvolte nell’ennesima tempesta che si è abbattuta sull’Asl di Capitanata.
Apparecchiature mai utilizzate, in molti casi inutili, acquistate a costi 15 volte maggiori rispetto ai prezzi di listino. Materiale di consumo costato 250 volte più del suo valore: da 2 euro a quasi 500 euro. Macchine da destinare ai reparti di Cardiologia degli ospedali di Cerignola, San Severo, e Lucera, comprate al prezzo di oltre 200mila euro rispetto ai 30mia previsti dal costo medio di mercato. Questa la truffa, scoperta dai carabinieri del Nas, per un danno a carico del Servizio Sanitario Nazionale di circa un milione e mezzo di euro.
Dieci in tutto le persone arrestate, di cui cinque ai domiciliari: Sabino Inchingolo, di Andria, all’epoca dei fatti sub commissario all’Asl (ai domiciliari); Sabino Conte e Nicola Marinaro, funzionari dell’area patrimonio dell’Asl foggiana e Nazario Di Stefano, ex impiegato Asl accusato di aver emesso ordini falsi e già coinvolto in inchieste simili precedenti. Nel campo biomedico invece le manette sono scattate per Vincenzo Nuzziello, Stefano Frongia, Giovanni Gianluca Bruno e Domenico Bigucci, questi ultimi due ai domiciliari. Domiciliari anche per Renato Milione e Chiara di Lella di San Severo, dipendenti di aziende biomediche, accusati di riciclaggio per aver messo a disposizione conto correnti bancari dove far inviare le mazzette.
Dalle indagini dei carabinieri del Nas, che si sono avvalsi solo di pedinamenti e della documentazione contabile, è emerso anche che imprenditori di tre ditte del settore avrebbero corrotto i funzionari Asl dell’area Gestione e Patrimonio e i primari dei reparti per aggiudicarsi gli appalti. In cambio il personale medico e amministrativo corrotto avrebbe percepito, ad affare concluso, il 20% dell’ammontare complessivo della spesa oltre a regali, soggiorni e pranzi in hotel e ristoranti di lusso. Perquisiti gli studi e le abitazioni di cinque primari ospedalieri e le sedi di tre società.
Risale a soli pochi mesi fa, dicembre 2011, un’inchiesta per gli stessi reati contestati agli attuali indagati che vide scattare 6 misure cautelari nei confronti di 2 medici, 3 dirigenti d’azienda (tra cui ancora una volta Nazario Di Stefano dirigente dell’area patrimonio dell’Asl) e un funzionario dell’Asl di Foggia. I sei furono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, falso e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale, con un giro d’affari di circa 240mila euro per il cosiddetto sistema dei ventilatori polmonari: i medici specialisti prescrivevano il loro acquisto favorendo illecitamente due aziende del settore.
E facendo un’ulteriore passo indietro, è da menzionare l’avviso di garanzia all’allora direttore generale dell’asl, Ruggiero Castrignanò, accusato di favoreggiamento nei confronti di un indagato per peculato.
La Redazione
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