Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 02, 2013 Redazione Attualità 0
Ancora poche ore e si conoscerà il futuro del Tribunale di Rodi Garganico. E’ fissata per la mattina di domani 3 ottobre, infatti, l’udienza camerale in cui sarà discussa la conferma della sospensiva del Tar Puglia.
Lo scorso 6 settembre l’organo di giustizia amministrativa sospese l’applicazione del Decreto del Ministro della Giustizia nella parte in cui disponeva la soppressione della Sezione Distaccata del Tribunale di Rodi Garganico. Peraltro, dopo pochi giorni, lo stesso Tar respinse anche l’istanza di revoca, presentata dal Ministero, della sospensiva concessa il 6 settembre. Tutto fu rinviato al 3 ottobre, data in cui fu fissata l’udienza camerale per la decisione definitiva.
Due sospensive dunque che hanno donato non poche speranze alle popolazioni del territorio. Le stesse sospensive che sono state adottate nel “Caso Cerignola”. A differenza di quanto successo a Rodi Garganico, però, a Cerignola non si è tenuto conto di quelle sospensive e all’alba del 27 settembre le forze dell’ordine hanno chiuso l’accesso alla sede del tribunale per consentire al solo personale della ditta di trasloco di portare via i fascicoli.
A Rodi questo non è accaduto ma nonostante quelle ormai note sospensive dal 14 settembre il tribunale è rimasto chiuso, con tutti i suoi preziosi fascicoli, impedendo agli avvocati di accedere agli uffici e di esercitare liberamente la loro professione.
E’ da allora che nell’area esterna del tribunale garganico è iniziato un presidio permanente, una protesta pacifica e coesa con un obiettivo ben preciso: difendere l’ufficio giudiziario di Rodi, anche a costo di finire dietro le sbarre. E dietro le sbarre alcuni avvocati sono finiti sul serio, anche se solo simbolicamente. La protesta è passata dai tetti del palazzo alle strade del paese, insieme a studenti, docenti, cittadini, associazioni, dalle scalinate del tribunale ai tendoni antipioggia, intorno ad un fuoco acceso o nelle automobili, perché fuori diluviava.
Non si sono lasciati demoralizzare neanche da un servizio della Rai che, inviando le sue telecamere sul posto, ha tentato di propinare ai suoi telespettatori una realtà distorta, finendo per scatenare l’indignazione di tutti. Quella delusione li ha resi ancora più determinati a compiere la loro missione. Una missione che salverebbe l’intero Gargano. Da allora nessuno di loro è disposto a mollare. Tutti restano lì per evitare che qualcuno possa portare via quei fascicoli. Per scongiurare un eventuale blitz stile Cerignola hanno stabilito persino dei turni. Il tribunale va sorvegliato 24 ore su 24. Non mollano. Non molleranno neanche questa notte. L’ultima notte per sperare di vincere una battaglia di civiltà e di giustizia.
La Redazione
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