Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Mar 12, 2014 Redazione Attualità 0
Dopo innumerevoli battaglie, finalmente il Gargano riesce a “vincere”, almeno per il momento. Il ministro della Giustizia ha accolto 285 delle 297 istanze presentate dagli enti locali che si impegnano a mantenere a loro cura e spese le sedi giudiziari.
Erano stati soppressi nell’ambito della riforma, ma ieri 11 marzo 2014 il Guardasigilli Andrea Orlando ha firmato il decreto con cui viene disposto il mantenimento di 285 uffici del Giudice di Pace con sede nei Comuni in cui gli enti locali si sono impegnati a sostenerne le spese.
Nella provincia di Foggia pertanto, gli Uffici del Giudice di Pace (oltre a quello di Foggia e di Lucera) che dal 30 aprile 2014 resteranno operativi saranno i seguenti:
– Giudice di Pace di Cerignola
– Giudice di Pace di Manfredonia
– Giudice di Pace di Rodi Garganico
– Giudice di Pace di San Giovanni Rotondo
– Giudice di Pace di San Severo
– Giudice di Pace di Trinitapoli
– Giudice di Pace di Vieste.
“Si tratta di un’ulteriore razionalizzazione collegata all’attuazione della nuova geografia giudiziaria” ha sottolineato il guardasigilli. “Dopo un’articolata istruttoria – ha continuato Orlando – si è introdotta così un’innovativa modalità di funzionamento degli uffici del giudice di pace con un coinvolgimento diretto nella gestione del servizio giustizia da parte dei comuni interessati, che si faranno carico del reperimento del personale di cancelleria e dei necessari investimenti economici”.
Con l’entrata in vigore del decreto, diventerà definitiva anche la soppressione di quegli uffici del Giudice di Pace che non rientrano nell’elenco delle richieste accolte. Chiusure queste che permetteranno in tempi brevi di recuperare personale da impiegare negli uffici giudiziari che risultino maggiormente in sofferenza dopo l’entrata in vigore della riforma.
Nel viavai di governi in corso, sembra questa per il momento l’unica nota positiva riguardante una realtà come quella del Gargano, che ha subito gravi danni sul fronte “giustizia”. Un’area dove per fare rispettare i propri diritti e per svolgere la propria professione, cittadini e addetti ai lavori sono costretti a fare chilometri. La decisione presa dal ministro garantisce almeno un presidio giudiziario e di legalità in un’area che altrimenti ne sarebbe stata sprovvista. A pagare il prezzo più alto però saranno ancora una volta i cittadini, perché è su di loro che stanno ricadendo gli ulteriori costi comportati dalla riforma della geografia giudiziaria prevista dal governo Monti.
La Redazione
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