Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Lug 28, 2014 Redazione Attualità 1
Il progetto che prevede il trasferimento dei rifiuti su rotaia dai Comuni del Gargano all’interporto di Cerignola e che ha già ottenuto l’ok dalla Regione Puglia non trova il consenso dei sindaci di Cerignola e di San Ferdinando di Puglia.
Nei giorni scorsi ha ottenuto il via libera dalla Regione e il 25 luglio è stato persino presentato in conferenza stampa a Bari dal presidente Nichi Vendola, insieme agli assessori all’Ambiente e ai Trasporti, Lorenzo Nicastro e Giovanni Giannini, al presidente di Ferrovie del Gargano, Vincenzo Scarcia, e ai sindaci dei Comuni coinvolti.
Secondo le previsioni il nuovo sistema di trasporto dei rifiuti su rotaia dovrebbe essere attivato agli inizi del 2015. Peccato però che l’accordo, frutto di trattative durate tre anni tra i soggetti interessati, sembra non aver fatto i conti con tutte le parti coinvolte e in particolare con quelle che dovrebbe “ricevere” l’immondizia.
Dai Sindaci di Cerignola, Antonio Giannatempo, e di San Ferdinando di Puglia, Michele Lamacchia, arriva il “no” all’accordo. Oltre che primi cittadini, Giannatempo e Lamacchia sono anche rispettivamente presidente e vicepresidente del comitato esecutivo del Consorzio di Igiene Ambientale Bacino Fg/4 e soci proprietari dell’Interporto di Cerignola, il sito che si trasformerebbe di fatto in un centro di stoccaggio, per il successivo conferimento nell’impianto di Forcone Cafiero, sempre a Cerignola.
In una conferenza stampa, tenutasi ieri 27 luglio nel Palazzo di Città di Cerignola, i vertici della società “Ofanto Sviluppo Srl- Interporto di Cerignola” fanno sapere di non essere a conoscenza dell’accordo sul nuovo sistema di trasporto di rifiuti e di esserne venuti a conoscenza tramite la stampa.
“Nessuno ha chiesto autorizzazioni o permessi ai soci del Consorzio e dell’Interporto – fa notare il sindaco di San Ferdinando Lamacchia – non è nemmeno ipotizzabile che tutti i rifiuti del Gargano arrivino qui. L’impianto di Forcone Cafiero e lo stesso Interporto non sono assolutamente nella disponibilità della Regione Puglia. Siamo noi i proprietari delle due strutture, e noi siamo stati assurdamente scavalcati da chi ha fatto i conti senza l’oste. Ogni territorio deve dotarsi di strutture idonee per lo smaltimento dei propri rifiuti: lo prescrive il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani. Ad ovviare alle altrui negligenze non può essere sempre il Consorzio dei Comuni del Basso Tavoliere – conclude Lamacchia facendo riferimento all’immondizia conferita nell’impianto di Forcone Cafiero proveniente da tanti comuni, privi di impianti, della Capitanata e di altre zone della regione – Noi, per troppi anni, ci siamo fatti carico dei rifiuti degli altri”.
A preoccupare Giannatempo, sindaco di Cerignola, sono anche i prodotti agricoli del territorio:
“Il Tavoliere non può essere istituzionalmente trasformato in un immondezzaio – ha detto il primo cittadino cerignolano – non può vivere del business dei rifiuti, ma deve crescere grazie alle tante eccellenze enogastronomiche della nostra terra. I prodotti agricoli, con l’attuazione del presunto provvedimento avveniristico e illuminato annunciato dalla Regione, subirebbero un ulteriore deprezzamento. Se questa è la solidarietà offerta dai vertici della Regione a quello che è il territorio preso maggiormente di mira dalla camorra campana con lo sversamento illegale dei rifiuti…”.
Giannatempo ha ricordato inoltre che in provincia di Foggia “sono tre gli impianti previsti di smaltimento dei rifiuti prodotti: Foggia, Cerignola e Deliceto.
“In ognuno di questi – precisa il sindaco – dovrebbe essere conferito un terzo dei rifiuti stessi. Dovrebbe, perché in realtà da noi arrivano due terzi dell’immondizia. Con le scelte insensate della Regione comunicate venerdì scorso, l’Interporto diventerebbe un mero centro di stoccaggio dei rifiuti e l’impianto di Forcone Cafiero, che già ora è colmo di rifiuti, finirebbe per scoppiare”.
La Redazione
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il sindaco di Cerignola fa bene a preoccuparsi per i prodotti agricoli,ma l’inceneritore di tressanti fa ancora peggio perche’ espande per chilometri i fumi velenosi che inquinano tutto il territorio.Addio ai nostri prodotti genuini di una volta. il territorio di Cerignola adesso l’hanno presa per una discarica (sempre grazie ai nostri bravi politici)