Ultimo aggiornamento 14 Aprile 2021 - 15:34
Mag 09, 2017 Redazione Attualità 1
Nella puntata dell’8 maggio del programma di inchieste di Rai 3 l’inchiesta di Emilio Casilini sui Parchi Nazionali d’Italia
Non è una bella immagine del Gargano quella emersa nell’inchiesta sui parchi nazionali, intitolata “parchi in gioco”, andata in onda ieri sera su “Report”, la trasmissione di Rai 3.
Il servizio di Emilio Casilini ha acceso i riflettori sul Parco Nazionale del Gargano, presentato come “il quarto parco più grande d’Italia, con i suoi 120mila ettari di territorio protetto, ma anche come una delle terre più feconde per l’abusivismo edilizio”.
Vengono citate come esempio le 2800 case costruite negli anni ’80 a Torre Mileto, ma anche quelle sorte nei nostri giorni nella zona di Siponto, vicino Manfredonia.
Eppure lì “non si può costruire”, come dice Matteo Orsino del WWF Puglia ai microfoni dell’inviato di ‘Report’, e non solo perché l’area in questione rientra nel parco ma anche “perché è una zona agricola tutelata del Comune di Manfredonia. Il piano regolatore di Manfredonia prevede solo che si possano solo recuperare fabbricati agricoli storici”.
Ed è proprio Siponto la location della sgradevole scena in cui il giornalista di Report, dopo aver fatto delle domande in merito alle case abusive, si ritrova a subire le minacce di un abitante della zona: “Ti stai scappottando un paliatone. Te ne vai pulito pulito. Se vieni una seconda volta non esci più di qua”.
Sul fenomeno dell’abusivismo Report ha interpellato il presidente uscente del Parco Nazionale del Gargano, l’avv. Stefano Pecorella che, quando il giornalista chiede se l’Ente non possa fare un’ordinanza per far ripristinare lo stato dei luoghi, risponde: “L’Ente Parco si muove quando c’è una segnalazione di un presunto abuso e noi immediatamente giriamo per competenza l’attività di indagine al Corpo Forestale o alla Procura”.
Le parole del Presidente però vengono subito smentite nello stesso servizio che ricorda l’articolo 6 della legge quadro dei parchi che prevede l’intervento diretto del Parco in caso di violazioni come quelle mostrate: “Il Presidente del Parco invece di girare la segnalazione ad altri – si specifica nel servizio – potrebbe applicare quell’articolo”.
A confermarlo è anche Matteo Orsino: “Il Parco può emettere un ordine di ripristino dello stato dei luoghi e procedere autonomamente alle demolizioni”.
Il servizio di Report parla anche dei centri visita che continuano a restare chiusi “come quello nell’Oasi del Lago Salso che si estende per 1000 ettari di area naturale”. “Ci hanno costruito una sala convegni e alloggi per turisti ma non vengono utilizzati”.
A spiegare all’inviato le ragioni della chiusura di questo centro visite è Vincenzo Rizzi, di Pro Natura Onlus: “È chiusa perché chi l’ha gestita, il Consiglio di Amministrazione dell’Oasi, ha sbagliato. Il Consiglio di amministrazione risponde all’Ente Parco. Ci sono stati degli errori storici dell’Ente nello scegliere le persone che hanno governato quest’Oasi”.
Simile destino per la torre aragonese del 1400 situato a Torre Mileto che “restaurata con soldi pubblici – racconta Casilini – rimane solitaria e inutilizzata ad osservare le Isole Tremiti”.
Su questo tema il Presidente Pecorella è chiaro: “Sta parlando con colui che li ha aperti tutti quanti i centri visite quando mi sono insediato. Ho fatto tutti i bandi e li ho affidati. Ora siamo nella fase di rinnovo. Molti non hanno trovato interesse nel rinnovare le convenzioni perché non si vive di economia sul centro visite e non è pensabile che l’Ente Parco, dopo aver affidato un centro visite, poi surrettiziamente finanzi il centro visite per tenersi in piedi”.
Anche su questo il Presidente viene smentito: “E’ esattamente quello che fanno altri parchi italiani che credono nell’importanza dei centri visite” si precisa nel servizio.
Nel servizio si parla anche del marchio di filiera dell’olio “Buon come il Parco”: “Nel Gargano si è preferito investire 100mila euro per creare questo marchio che però nessuno utilizza e che nemmeno il sito del parco promuove”.
A commentare la gestione dell’ente Parco anche i promotori del Manifesto per il buon Parco del Gargano: “Troppo spesso le risorse vengono spese male, in modo autoreferenziale e si sottratte non solo ai garganici, ma anche a tutti quelli che vengono e trovano un parco non visitabile” dichiara Domenico Ottaviano nel servizio.
E poi il tema della sentieristica con l’assenza di percorsi mappati che disorientano i visitatori, come fa notare Ferdinando Lelario, presidente del CAI Foggia: “Non ci sono cartelli che ci indicano dove andare e soprattutto non si sa quanto tempo si impiega, non si conosce il dislivello. Una persona che non conoscere il territorio è disorientata. Se il Parco non interviene in queste cose, in cosa deve intervenire”.
Per Pecorella però “Non è compito del parco la gestione del sentiero. Il territorio è di proprietà dei Comuni”.
A questo link il video del servizio di Report sui Parchi Nazionali d’Italia
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Sé il territorio é di proprietá dei Comuni a che serve un presidente?Date tutto in mano ai Sindaci.