Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Feb 03, 2018 Redazione Attualità 0
“Manca praticamente, e se ne avverte il peso, tutto quello che è fondamentale per un servizio scolastico di qualità”
All’I.C. “Manicone-Fiorentino” di Vico del Gargano, dopo 1 anno, 9 mesi e 3 giorni siamo ancora in una condizione di precaria vita scolastica con una parte dell’edificio del plesso “Manicone” non ancora nella disponibilità della scuola e:
– alunni e docenti ospitati in aule inadeguate in via della Salandra;
– un solo laboratorio di informatica al plesso “Fiorentino” per 795 alunni dall’infanzia alla sec. di I grado, nessun’aula per i docenti;
– nessuna linea telefonica per gli uffici amministrativi (come sanno bene gli utenti e gli altri uffici della P. A. e non), niente Wi-Fi per le classi al plesso “Manicone”;
– nessuno spazio per attività di gruppo e/o attività personalizzate in tutti i plessi.
Manca praticamente, e se ne avverte il peso, tutto quello che è fondamentale per un servizio scolastico di qualità e una didattica efficace e adeguata alle diverse esigenze educative e formative dei nostri bambini/ragazzi, cittadini di oggi che dovrebbero acquisire al massimo livello possibile quelle conoscenze e competenze indispensabili per essere cittadini protagonisti del loro futuro.
La cosa più triste è che ad oggi nessuna comunicazione ufficiale o ufficiosa è pervenuta alla nostra attenzione, per cui si naviga a vista, programmazione impossibile, nel senso che ancora oggi non sappiamo, e quindi non possiamo definire e comunicare all’INVALSI, se gli alunni della classe terza della sec. di I grado, che dovranno nel mese di aprile effettuare le prove (italiano/matematica/inglese al computer = 12 prove x 83 alunni) per la rilevazione nazionale degli apprendimenti, potranno utilizzare due laboratori di informatica o si dovranno organizzare turni, evidentemente allungando i tempi necessari, nell’unico attualmente disponibile nel plesso “Fiorentino”.
E tutto questo disagio, diciamolo chiaramente, senza che i miglioramenti attesi (almeno quelli visibili a occhio nudo relativamente agli ambienti, di quello statico, che non si vede, non è competenza nostra esprimere pareri e/o giudizi) siano in realtà davvero miglioramenti! Le porte dei bagni, ad esempio, non sono a norma e in più non a tutt’altezza, sanitari e rubinetteria non sostituiti ma in alcuni casi riutilizzati, quelli nuovi dei più economici in vendita, nonostante l’elevata frequenza d’uso che richiederebbe i migliori materiali fatti per durare; le porte delle aule o meglio le cornici delle porte già con segni evidenti di distacco dalla parete, l’umidità ricomparsa, gli intonaci che si staccano in alcuni punti, per non dire delle scelte cromatiche e dei materiali in generale (vale il famoso “de gustibus…”?).
Insomma, vedere per credere, anche perché tutta l’operazione è stata realizzata con soldi pubblici. Chi doveva vigilare e dirigere si è distratto un po’?
Per la cronaca, i lavori dovevano terminare a fine aprile 2017… ricorderete che il 23 marzo 2017 siamo stati “sbattuti” letteralmente fuori dai nostri uffici e aule, con tanto di scenografia lesiva dell’Istituzione Scolastica, dei suoi operatori e utenti, del Paese e del Comune che ci ospita, ancora oggi raccapricciante per come si è presentata e per i modi e i toni usati dai responsabili della cosa pubblica che, piuttosto che solidarizzare con la scuola, le hanno dato addosso a loro volta.
Donatella Apruzzese
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