Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Nov 10, 2011 Redazione Cronaca 0
VIESTE – Solo l’esame del Dna potrà dare l’assoluta certezza, ma gli indumenti corrispondono tutti a quelli di Michele. Quella cintura poi non ha lasciato dubbi ai signori Mafrolla: uguale a quella indossata dal figlio il giorno della scomparsa. Quel corpo trovato due giorni fa in un canale tra Vieste e Mattinata, in località Palombara, appartiene al ragazzo 27enne di Vieste scomparso lo scorso 24 luglio.
Lui che quella maledetta domenica avrebbe dovuto cenare con la famiglia. Lui che, dopo una telefonata, uscì di casa intorno alle 20 dicendo alla madre “ Torno subito”. Lui che non tornerà più lasciando nello sconforto i suoi cari ai quali era legatissimo e la sua fidanzata 17enne che pochi giorni fa ha dato alla luce un bambino che porterà il suo stesso nome.
Nel torace del corpo, ritrovato in stato di decomposizione, sono stati trovati anche frammenti di ferro. Potrebbero essere pezzi di proiettili, segno che Michele potrebbe essere stato prima sparato e poi buttato a 20 metri di profondità in quella scarpata, piena di rifiuti e vecchi elettrodomestici. La prossima settimana sarà eseguita l’autopsia. Da lì si potrebbe risalire alle cause della sua morte.
La prima pista seguita dagli inquirenti è quella dell’ennesimo caso di lupara bianca. Eppure il ragazzo era incensurato, mai problemi con la giustizia, né con la malavita. Tranne nell’ultimo periodo, pochi giorni prima di scomparire nel nulla, in cui aveva avuto una discussione per rivalità sentimentali con un giovane, sempre di Vieste, probabilmente parente di un boss della criminalità organizzata viestana.
Negli ultimi tempi la speranza della famiglia di ritrovare Michele sano e salvo aveva lasciato lo spazio alla rassegnazione che fosse accaduto il peggio. Si legge tra le righe della lettera che la sorella di Michele, Alessia, gli aveva scritto a settembre nell’attesa di poterlo riabbracciare:
“Rimarrai un ricordo che riempirà il cuore alle persone che ti amano, alle persone a cui hai fatto del bene, a quelle persone che ti sono state accanto. Ho perso un fratello e ho ritrovato in angelo”.
Pina D’Errico
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