Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Nov 02, 2011 Redazione Cronaca 0
MONTE SANT’ANGELO – È finita la latitanza, durata due anni, di Enzo Miucci, arrestato all’alba di questa mattina dai carabinieri del Ros di Bari.
Il blitz dei militari è avvenuto nello stesso paese in cui un anno fa, il 26 settembre, fu fermato Franco Li Bergolis, alias ‘u calcarùl’, il boss della mafia garganica di cui Miucci era considerato il braccio destro.
L’ex latitante, 27enne, detto Renzino, è accusato di aver favorito la latitanza di Li Bergolis, inserito nella lista dei primi 30 latitanti in Italia e in seguito condannato all’ergastolo in primo e secondo grado: si tratta del l’uomo a capo dell’omonimo clan operante nell’ambito della faida garganica, iniziata nel 1978 tra le famiglie Li Bergolis e Primosa-Basta-Alfieri e che ha visto complessivamente 35 omicidi ufficiali in 33 anni di rivalità.
L’accusa di favoreggiamento per la latitanza di Li Bergolis si basa su numerose intercettazioni oltre che sui più classici pedinamenti, elementi questi che proverebbero come Miucci sia stato molto spesso in compagnia del boss durante la latitanza.
La latitanza di Miucci invece è iniziata il 22 maggio del 2009, il giorno in cui Andrea Barbarino, pregiudicato paralitico 28enne vicino al clan mafioso Libergolis, fu ucciso davanti alla sua abitazione a Manfredonia da due sicari a bordo di un’auto in corsa. Da allora Miucci, che non era coinvolto nell’omicidio, fece perdere le sue tracce anche se fu lui stesso a contattare gli inquirenti spiegando che aveva solo deciso di andare via da Manfredonia.
Enzo è figlio di Antonio Miucci, cognato di Ciccillo Li Bergolis, ucciso il 14 agosto del 1993 sempre nell’ambiente della faida. Per quell’omicidio fu arrestato, processato e assolto Michele Alfieri, il giovane montanaro ucciso il 13 gennaio del 2010 a Monte Sant’Angelo davanti ad un bar.
Miucci figlio inoltre fu implicato anche nell’omicidio di Matteo Mangini, il ventenne sipontino assassinato nel 2001. Secondo la ricostruzione accusatoria Miucci, all’epoca 14enne, in quanto conducente del motorino su cui viaggiava anche il killer di Mangini, il 32enne Angelo Gioacchino Grilli, era uno degli esecutori materiali dell’omicidio. Di quel delitto, commissionato per la contesa dello spaccio di droga col clan rivale, Li Bergolis risultò poi essere il mandante e per questo condannato a 30 anni. Miucci invece fu assolto da tutte le accuse in secondo grado.
La Redazione
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