Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Nov 12, 2011 Redazione Cronaca 0
LUCERA – Non per strada e neanche di notte. La violenza sessuale che avrebbe subito una 25enne sarebbe avvenuta di mattina e sul posto di lavoro. Il suo aguzzino sarebbe un suo collega che oggi è finito in manette. Ad arrestare P. G, 37 anni, sono stati i carabinieri della stazione di Lucera, in provincia di Foggia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale Filomena Mari su richiesta del pubblico ministero Pasquale De Luca.
I fatti, raccontati dalla stessa ragazza, risalirebbero allo scorso 5 luglio. Quel giorno, una giornata di lavoro come tante, la giovane donna come al solito si recò nell’azienda presso cui lavorava. Quella mattina però ci arrivò un po’ prima del solito. Nello stabilimento, infatti, non c’era ancora nessun dipendente, se non lui, il suo collega, quello che dopo minuti si sarebbe trasformato nel suo aguzzino. Prima un saluto veloce e poi, quando la ragazza entrò nel suo ufficio, lui l’avrebbe raggiunta entrando e chiudendo a chiave la porta. Lì si sarebbe avventato su di lei, scaraventandola a terra e iniziando a palpeggiarla ovunque.
A niente servirono le urla della donna che cercava di sottrarsi a quella violenza. Solo dopo aver udito la presenza di altri colleghi che, giunti nella sede poco dopo, attirati dalle urla cominciarono a bussare alla porta della ragazza, interruppe il suo tentativo di violenza. Lui, come se niente fosse successo, aprì la porta dell’ufficio lasciando la sua vittima spaventata e imbarazzata al punto che provando vergogna, non trovò il coraggio di raccontare ai suoi colleghi quello che era appena successo.
Nel pomeriggio andò però al Pronto Soccorso e confidò l’accaduto alla sua famiglia e al suo fidanzato. Sono stati loro a spronarla a denunciare la violenza. Dalle indagini dei carabinieri le dichiarazioni rilasciate dai testimoni e i risultati degli esami medici non hanno fatto altro che confermare la versione della ragazza. Ora l’indagato, sottoposto agli arresti domiciliari, dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale.
La Redazione
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