Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Dic 06, 2011 luisa.barile Cronaca 2
Oltre 2.500 tonnellate di prodotti (per lo più frumento, favino, soia, farine e frutta fresca) spacciati per biologici e più di 700mila tonnellate di falsi prodotti alimentari commercializzate.
Il quantitativo, sequestrato dalla Guardia di Finanza di Verona che ha stroncato una grossa frode nel settore della commercializzazione di prodotti provenienti da agricoltura biologica, corrisponderebbe al 10% dell’intero mercato nazionale. La maxi truffa “bio”, ha portato all’esecuzione di 6 arresti, disposti dal gip di Verona, tra la città veneta, Urbino, Ferrara, Pesaro e Foggia.
Le Fiamme Gialle hanno scoperto un giro di fatture false che ammonta a oltre 200 milioni di euro: un volume definito “impressionante” dagli stessi inquirenti.
La Redazione
Nov 15, 2021 0
Nov 05, 2021 0
Ott 11, 2021 0
Ott 04, 2021 0
Dic 07, 2021 0
Dic 03, 2021 0
Dic 01, 2021 0
Nov 29, 2021 0
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
Dall’esame di tutti i documenti che interessavano le ditte coinvolte si è accertato che il volume di prodotti con falsa certificazione biologica è meno del 2,5% di quello prospettato dalla GdF, che si riferisce all’intera quantità registrata dalle ditte indagate, che risulta perdipiù frutto anche di fatturazione fittizia: non a caso agli arrestati vengono addebitati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e altri documenti inesistenti, la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Anche il valore dei prodotti accompagnati da certificati falsificati è nettamente inferiore a quello stimato la settimana scorsa: applicando le quotazioni di mercato odierne, arriviamo a fatica a 5 milioni di Euro (contro i 220 milioni di cui s’era parlato: anch’essi sono riferiti al
volume d’affari complessivo delle società coinvolte, sempre gonfiato da operazioni inesistenti).
È stato anche accertato che la frode si è protratta da ottobre 2007 ad agosto 2008 e ha riguardato esclusivamente orzo, mais e soia per mangimi, girasole, farro, 2 partite di frumento e delle mele da purea.
Il perimetro della frode (che innegabilmente c’è stata, ma si palesa più come “frode fiscale” che come “frode biologica”), va assai ridimensionato.
Ciò non basta a rasserenare le 47.658 aziende perbene e le oltre 300.000 persone che lavorano nel settore biologico italiano (che sono parte lesa e attraverso le loro organizzazioni stanno costituendosi parte civile nel processo), ma dà almeno la dimensione corretta.
Dall’esame di tutti i documenti che interessavano le ditte coinvolte si è accertato che il volume di prodotti con falsa certificazione biologica è meno del 2,5% di quello prospettato dalla GdF, che si riferisce all’intera quantità registrata dalle ditte indagate, che risulta frutto di fatturazione fittizia:
non a caso agli arrestati vengono addebitati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e altri documenti inesistenti, la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Anche il valore dei prodotti accompagnati da certificati falsificati è nettamente inferiore a quello stimato la settimana scorsa: applicando le quotazioni di mercato odierne, arriviamo a fatica a 5 milioni di Euro (contro i 220 milioni di cui s’era parlato: anch’essi sono riferiti al volume d’affari complessivo delle società coinvolte, sempre gonfiato da operazioni inesistenti).
Il direttore dell’ufficio regionale dell’organismo di controllo (licenziato in tronco e denunciato alla magistratura nell’estate 2010, non appena è stato scoperto il suo comportamento infedele) è ora arrestato.
È stato anche accertato che la frode si è protratta da ottobre 2007 ad agosto 2008 e ha riguardato esclusivamente orzo, mais e soia per mangimi, girasole, farro, 2 partite di frumento e delle mele da purea (in sostanza, nella quasi totalità ingredienti per mangimi)
Il perimetro della frode (che innegabilmente c’è stata, ma si palesa più come “frode fiscale” che come “frode biologica”), va assai ridimensionato.
Ciò non basta a rasserenare le 47.658 aziende perbene e le oltre 300.000 persone che lavorano nel settore biologico italiano (che sono parte lesa e attraverso le loro organizzazioni stanno costituendosi parte civile nel processo), ma dà almeno la dimensione corretta.