Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Feb 23, 2012 Redazione Cronaca 2
Si allunga la lista dei suicidi consumati dietro le sbarre. L’ultimo nel carcere di Foggia dove un detenuto si è tolta la vita due sera fa impiccandosi con il cordoncino della sua tuta.
Ottavio Mastrochirico, questo il nome della vittima, aveva solo 36 anni ed era originario di Polignano a Mare, in provincia di Bari. Nel penitenziario del capoluogo dauno era dal 2010, quando è stato condannato a 16 anni di detenzione per un omicidio di una donna di 80 anni.
Maria Mancini, così si chiamava la donna che l’8 maggio di 6 anni fa fu uccisa con calci e pugni. La sua “colpa” fu quella di aver sorpreso una coppia di persone, suoi vicini di casa, mentre stavano cercando di rubare nella sua abitazione. Quei vicini, arrestati nel 2010, erano Ottavio Mastrochirico, allora trentenne, e la moglie di 27 anni. Nei confronti di quest’ultima sono ancora in corso le indagini. A incastrare Mastrochirico fu una sigaretta trovata nella casa della vittima e su cui furono trovate tracce del suo DNA.
Da qualche giorno il 36enne era da solo in cella in seguito a dei problemi con altri detenuti. A nulla è servito l’intervento di un agente della polizia penitenziaria. A commentare il tragico evento il segretario nazionale dell’Osapp, sindacato della Polizia Penitenziaria, Mastrulli, che ha fatto notare come il casa circondariale di Foggia ospiti fino a 800 detenuti quando per legge dovrebbe contenerne al massimo 371.
Con il caso di Mastrochirico, sale a 11 il numero di detenuti che si sono tolti la vita in carcere dall’inizio del 2012. A questi va aggiunto il suicidio consumato nella Questura di Firenze. Un trend che non si allontana da quello del 2011, anno che ha fatto registrare ben 66 casi di suicidi accertati. Un bilancio che sale drasticamente a 186 se si aggiungono le 23 morti ancora da chiarire, un omicidio e 96 decessi per cause naturali.
Soltanto nel carcere di Foggia, che proprio nei giorni scorsi è stato oggetto di un sopralluogo da parte di Gianluca Ursitti, presidente della Camera penale, ci sono stati tre casi di suicidi. L’ultimo risale al novembre del 2011 quando a compiere l’insano gesto è stato un 41enne che ha trasformato i lembi dei pantaloni in un cappio. Solo un mese fa invece il tentativo di suicidio di un detenuto sventato dal pronto intervento di un agente, in seguito aggredito.
Numeri che raccontano quella che viene chiamata la strage silenziosa e che puntualmente non fanno altro che riaprire, inutilmente però, il tema delle pessime condizioni detentive nelle carceri italiane, dove la pena si sconta con la quotidiana lotta alla sopravvivenza.
La Redazione
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http://www.poliziapenitenziaria.it/public/post/blog/uccide-a-calci-una-donna-di-84-anni-poi-il-detenuto-si-suicida-tu-per-chi-preghierai-oggi-1299.asp
Un’anziana signora di 84 anni rientra in casa, probabilmente ha appena fatto la spesa con i soldi della sua pensione, oppure rientra dopo una visita ad una sua amica e si accorge che qualcosa nella sua casa non è nel posto giusto.
Ci sono cassetti rovesciati, oggetti sul pavimento…
In casa ci sono due persone. Lei le conosce queste due persone perché sono suoi vicini di casa. Lei però non le ha invitate queste due persone.
Sono un uomo e una donna, lui di 36 anni, lei di 27, sono marito e moglie. Hanno ritenuto che l’anziana signora nasconda oggetti di valore oppure contanti e si sono introdotti in casa sua.
Appena si ritrovano la signora di fronte non ci pensano due volte. Forse l’aspettavano, forse qualcosa non è andato come avevano progettato.
Di fatto, le indagini e la Magistratura hanno appurato che l’uomo ha preso a calci e pugni l’anziana signora … che a seguito di quell’aggressione è morta. Uccisa di botte da un uomo di 36 anni, in casa sua da due ladri (ma le indagini sulla donna sono ancora in corso).
Il fatto è avvenuto il 7 maggio 2006. Dal 18 settembre 2010 l’uomo, l’assassino, era detenuto nel carcere di Foggia per scontare una pena di 26 anni di reclusione.
Ieri, 23 febbraio 2012, quel detenuto si è tolto la vita nel carcere di Foggia impiccandosi in cella con il cordoncino della sua tuta. Era da solo in cella e pare che avesse avuto una discussione con i suoi “compagni” di cella poco prima.
Un agente di Polizia Penitenziaria si accorge del detenuto e lo soccorre. Troppo tardi. Il detenuto era già morto.
Oggi sentiremo parlare di: indagini della magistratura, agenzie stampa, sucidi in carcere, sono x dall’inizio dell’anno, sovraffollamento, situazione insostenibile, carenza di personale, amnistia, articolo 27 della Costituzione, un Paese si giudica dalle condizioni delle sue carceri, secondini, aguzzini, si poteva evitare, autopsia, convegno sulle carceri, detenuti trattati come bestie, emergenza carceri…
Oggi io, Uomo Qualunque, penserò alla signora di 84 anni, uccisa a calci e pugni, che sarebbe potuta essere mia nonna, mia moglie, mia sorella, mia madre… e preghierò per lei, solo per lei.
Uomo Qualunque
A me sta bene così:
una vita colpevole per un’altra vita innocente.
Questa è la migliore sintesi per un qualsivoglia decreto svuotacarceri voglia adottare una casta politica fra le più corrotte e mafiose del pianeta Terra.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X