Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Lug 18, 2012 Redazione Cronaca 0
Oltre 50 ettari di bosco e di macchia mediterranea andati in fumo. Queste le conseguenze del vasto incendio divampato nella notte tra il 16 e 17 luglio a Vieste. Per spegnere le fiamme sono state necessarie diverse squadre di vigili del fuoco, del Corpo forestale dello Stato e della Protezione civile.
I roghi sono scoppiati già nel pomeriggio di lunedì 16, ma si sono rafforzate intorno alle 19 in particolare in località Lama La Sorba. Poi le fiamme si sono alzate, poco prima della mezzanotte, in diverse zone del centro turistico: in località Coppitella, San Lorenzo, Chiesola e Paradiso Selvaggio. La furia del fuoco, alimentata anche dal forte vento che spirava nella zona, si è spinta verso l’abitato e le strutture turistiche del lungomare Europa. Le operazioni di spegnimento si sono concluse verso le 5 della mattina dopo, dopo un massiccio intervento aereo con due Canadair, un fire boss e un Erikson.
Tra gli abitanti, ma soprattutto tra i turisti si è diffuso il panico. Alcune abitazioni sono state persino evacuate mentre molti villeggianti si sono sistemati nelle proprie automobili o si sono muniti di asciugamani, pronti a trascorrere la notte fuori dal bungalow o dalla roulotte.
La situazione è ora sotto controllo, senza fortunatamente danni a persone o cose, ma resta da comprendere la causa che ha scatenato l’incendio, anche se appare evidente la sua natura dolosa. E mentre il ricordo del terribile incendio di Peschici del 2007 è ancora vivo nella memoria della gente, sui social network, dopo le prime immagini dell’incendio che sono iniziate a circolare, ci si interroga sulle ragioni di tanto accanimento contro il proprio territorio.
La Redazione
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