Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 03, 2012 Redazione Cronaca 0
Un’attività criminale condotta a 360 gradi: estorsioni a imprenditori garganici, utilizzo di carte di credito clonate e pressioni a personaggi politici al fine di ottenere concessioni per realizzare impianti eolici, fotovoltaici. A questo erano dediti i quattro uomini arrestati all’alba di stamane.
L’operazione, denominata “Remake 2”, è stata eseguita dai carabinieri di San Severo coordinati dalla Dda di Bari e dalla procura di Lucera in seguito a indagini svolte tra il settembre del 2008 e il marzo del 2009. Dopo aver tenuto in costante osservazione gli indagati, sono stati documentati gli affari illegali del gruppo criminale. Sono finiti in manette il 38enne Gennaro Giovanditto, personaggio di spicco della mala garganica, Michele Scanzano di 44 anni e Salvatore Costanzo di 32 anni della provincia di Caserta (che ha ottenuto i domiciliari). L’ultimo, sempre di origini campane, è ancora ricercato.
Nei confronti dei quattro il gip del Tribunale di Bari, Marco Guida, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Gatti della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese e Domenico Seccia della Procura della Repubblica di Lucera ha emesso altrettante ordinanze di custodia cautelare. Le accuse, a vario titolo, sono di estorsione continuata in concorso con l’aggravante di aver agito con modalità mafiose e di possesso e utilizzo di carte di credito clonate e falsificate.
A coordinare il tutto sarebbe stato Giovanditto, già condannato per mafia e omicidio. Lui avrebbe estorto denaro all’Enerambiente spa, la società veneta che si occupava del servizio di raccolta di rifiuti a San Nicandro e che nell’agosto del 2008 ha visto andare a fuoco 400 cassonetti della nettezza urbana. Sarebbe stata quella la vendetta del clan nei confronti del titolare della ditta che si era rifiutato di pagare il pizzo. Avrebbe deciso invece di sborsare altri 1500 euro, oltre alla tangente già pattuita di 6 mila euro, un imprenditore di San Nicandro titolare di una ditta di movimento terra a cui era stato danneggiato un mezzo.
L’attività criminale però non finiva qui. Grazie alla collaborazione dei due campani, specializzati nell’uso di carte di credito clonate o falsificate, sono stati effettuati anche diversi acquisti in negozi del Gargano arrivando a spendere fino a 21mila euro per capi di abbigliamento. In molti casi, queste operazioni si avvalevano della complicità degli esercenti che percepivano una percentuale del 50%. E infine le pressioni nei confronti di alcuni politici del territorio per ottenere concessioni per costruire parchi eolici o fotovoltaici su terreni riconducibili all’organizzazione criminale.
L’indagine rappresenta una costola dell’operazione “Remake” eseguita nel 2009 che sgominò un’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti sul Gargano portando all’arresto di 14 persone.
La Redazione
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