Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Lug 30, 2014 Redazione Cronaca 0
Smantellata dai carabinieri vasta organizzazione dedita allo spaccio di droga a Vieste nel Gargano. Arrestate 12 persone e sequestrate numerose quantità di cocaina, hashish e marijuana. Documentate oltre 4.500 cessioni di droga per un “giro di affari” di 900.000 euro.
Una fitta rete di rapporti teneva legati i 15 soggetti, tutti di Vieste, coinvolti nel maxi blitz antidroga messa a segno all’alba di stamane dai Carabinieri del Comando provinciale di Foggia. Alcuni di loro erano impegnati a scambiarsi numerosi quantitativi di sostanze stupefacenti, altri alla loro vendita al dettaglio. Un’attività questa ricostruita dopo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia econdotte attraverso strumenti tecnici e servizi dinamici hanno permesso di smantellare l’organizzazione criminale.
Dalle prime ore di oggi oltre 80 militari, con l’ausilio di un elicottero del 6° nucleo CC di Bari ed unità cinofili Carabinieri di Modugno, sono stati impegnati in una vasta operazione che ha portato all’arresto, su ordine del gip del tribunale di Foggia, di 12 persone per spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sei di loro sono finiti in carcere, altrettanti ai domiciliari. Ad altri tre invece è stato notificato l’obbligo di firma.
Tramite filmati, foto e strumenti tecnici, i presunti fornitori di stupefacenti sono stati identificati in Pasquale e Giuseppe Notarangelo, di 23 e 22 anni, (rispettivamente cugino e nipote di Angelo Notarangelo, noto come “cintaridd”, ritenuto boss del clan omonimo e protagonista in processi di rilievo come “Medioevo” e “Tre Moschettieri”) e nel 30enne Vincenzo Vèscera. A loro erano legati altri soggetti addetti allo spaccio al dettaglio.
Secondo le indagini, i due Notarangelo e Vescera avrebbero spacciato per proprio conto ma avrebbero anche appoggiato, cedendo droga, il gruppo di Matteo Coppola che si “affidava” a dei pusher. Tra questi ultimi compaiono i nomi di Francesco Pio Coppola, Giovannantonio Grima e Giovanni Rotunno. Un altro gruppo capeggiato da Vescera comprendeva altri venditori al dettaglio tra cui Marco e Felice Zillo, Mauro Veloce, Antonio Lanzone, e Matteo Lauriola.
Le immagini raccolte documentano anche il sistema su cui era basato lo spaccio di droga. In molti casi la droga veniva fornita ai pusher in contrada “Focareta”, non lontano dal cimitero di Vieste e nell’entroterra. Lo stupefacente veniva preparato di nascosto, nel cassone di un camion. Stando a intercettazioni ambientali è emerso che i grandi capi impartivano vere e proprie lezioni ai pusher affinché tagliassero lo stupefacente alla perfezione.
Ad acquistare la droga erano residenti della zona ma anche turisti. In alcuni casi lo stupefacente veniva ceduto direttamente a casa dell’acquirente, come una sorta di pony express. In altri i pusher facevano uno squillo agli acquirenti che poco dopo ritiravano la dose in un luogo concordato in precedenza, come ad esempio dietro un muretto, sotto le pietre, nei pressi dei guard rail e in altri posti dislocati a Vieste e dintorni.
Anche i “clienti” venivano “istruiti” per evitare brutte sorprese delle forze dell’ordine: le palline di coca acquistate venivano messe in bocca con la possibilità anche di inghiottirle in caso di controlli. “Cacioricotta”, “caffè”, “pietre”, “lenzuola”, “jeans”, “ricarica telefonica” e “bombola del gas” erano alcune delle parole in codice utilizzate durante le trattative telefoniche.
Le indagini, che hanno tenuto impegnati i Carabinieri della Tenenza di Vieste per oltre un anno, hanno permesso di sequestrare numerose dosi di cocaina, hashish e marijuana, di documentare circa 75 episodi di spaccio delle predette sostanze stupefacenti e di accertare, mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, 4.500 cessioni di droga, in un lasso di tempo di dodici mesi (dal febbraio 2013 al marzo 2014), corrispondenti ad un “giro di affari” di 900.000 euro circa.
Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti inoltre sono stati sequestrati un libro mastro su cui erano annotati gli importi degli acquisti/cessioni di droga e 4.520 euro in contanti a carico di Pasquale Notarangelo.
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