Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Gen 26, 2015 Redazione Cronaca 0
Il 38enne, noto come “U Cintaridd”, era ritenuto dagli inquirenti uno dei maggiori esponenti della mafia garganica.
Quello avvenuto stamane, sul lungomare tra Vieste e Mattinata, contro Angelo Notarangelo, alias “U Cintaridd”, ha l’aria di essere un vero e proprio agguato. Stando alle prime informazioni, il 38enne stava facendo ritorno dalla sua masseria, situata in località “Gattarella”, dove ha un piccolo maneggio. Era a bordo della sua auto, una Toyota Rav4 grigia, lungo la strada provinciale 57, quando è stato raggiunto da una pioggia di colpi di arma da fuoco, sparati da un numero imprecisato di persone.
A lanciare l’allarme ai carabinieri sono stati alcuni automobilisti che percorrevano la strada garganica e che hanno notato, alle 7,30 circa di stamane, il mezzo fermo sul ciglio della strada, in località “Portonuovo”. Fuori dall’auto, steso a terra, riversava il corpo senza vita di Notarangelo. Stando quindi ad una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe tentato di ripararsi dai colpi, uscendo dallo sportello dell’auto, a lato del passeggero, ma per lui non c’è stato scampo. Due colpi, uno in testa e l’altro al torace, gli sono stati fatali.
Protagonista in processi di rilievo come “Medioevo” e “Tre Moschettieri“, in cui il Comune di Vieste, l’associazione antiraket e il Fai si costituirono parte civile, Notarangelo era stato condannato (senza il riconoscimento, da parte del tribunale di Foggia, dell’aggravante mafiosa) nel febbraio del 2014 a 11 anni di reclusione, insieme ad altri imputati, per una serie di estorsioni ai danni di imprenditori garganici.
La scarcerazione. Dopo aver scontato tre anni e tre mesi di carcere, però, il boss era stato rimesso in libertà nell’agosto scorso. Il Tribunale di Foggia, infatti, ritenendo affievolite le esigenze di custodia cautelare, accolse l’istanza di scarcerazione presentata dal suo avvocato Francesco Santangelo. Da quest’estate “U Cintaridd” era sottoposto solo all’obbligo quotidiana di firma in caserma.
I sequestri. Nel corso delle inchieste gli erano stati sequestrati beni per 10 milioni di euro: una trentina di immobili, appartamenti, ville, box auto, compresi due complessi aziendali, quote societarie e automezzi.
Le indagini. Intanto sono iniziati da poco i rilievi per stabilire l’esatto numero di colpi sparati contro Notarangelo, oltre all’arma utilizzata che, stando alle prime indiscrezioni, potrebbe essere un kalashnikov. Sull’omicidio indagano i carabinieri del Comando Provinciale di Foggia.
La Redazione
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