Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
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Sparatoria a Vieste, ferito 35enne: era l’ex custode “fantasma” del cimitero
Paura ieri sera nel centro della cittadina garganica: “Martufello” colpito con 3 colpi di pistola
Ad un mese dall’omicidio del boss Angelo Notarangelo, crivellato di colpi sul lungomare di Gattarella, un altro fatto di sangue torna a scuotere la cittadina di Vieste. Ieri sera un giovane di 35 anni è stato ferito da tre colpi di fucile calibro 12 mentre tornava a casa.
L’agguato. Erano circa le 21 quando Emanuele Finaldi, questo il nome del 35enne, stava percorrendo a piedi via Einaudi (una traversa di via della Repubblica, a pochi metri dall’ingresso del molo turistico sul lungomare Europa). Ad attenderlo c’erano delle persone a bordo di un’auto nera. Secondo una prima ricostruzione e sulla base di alcune testimonianze, l’uomo sarebbe stato raggiunto da tre colpi di pistola che lo avrebbero colpito al braccio e al torace. Dopo gli spari, l’auto con a bordo le persone sarebbe fuggita a tutta velocità facendo perdere le sue tracce.
I soccorsi. Finaldi, dopo essere stato soccorso dagli operatori del 118, è stato trasportato all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e ricoverato in prognosi riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Chi è Emanuele Finaldi. Chiamato in paese “Martufello”, è già noto alle forze dell’ordine. Di lui si parlò soprattutto nel 2013 quando venne etichettato come il “custode fantasma” a causa del suo costante assenteismo dal luogo di lavoro. Per questo fu anche arrestato dai carabinieri con l’accusa di truffa e falsità ideologica aggravata e continuata. Stando alle prime indiscrezioni però sembra che Finaldi fosse vicino al boss Notarangelo, ucciso il mese scorso.
Le indagini. Sul caso indagano i carabinieri della locale Tenenza con l’ausilio della scientifica che stanno cercando di capire se tra i due episodi possano essere o meno collegamenti tra loro. Tra le informazioni da reperire si cerca anche di scoprire se l’arma che ha ferito Finaldi è una di quelle usate per uccidere Angelo Notarangelo.
La Redazione
