Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Lug 19, 2016 Redazione Cronaca 0
Nell’area era state realizzata, sempre abusivamente, anche una strada che collega lo stabilimento alla statale 89
I Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Vico del Gargano, in collaborazione con quelli del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, hanno sequestrato nella piana di Calenella alcuni manufatti prefabbricati e un terreno di proprietà della società “Agricola Calenella”, con sede legale in Peschici, per violazioni di norme ambientali e di edilizia.
In particolare, i militari hanno accertato che la citata società aveva installato 10 strutture prefabbricate, alcuni delle quali allestite a servizi igienici e altre a banchi da cucina, su un’area sottoposta a vincoli paesaggistici, in assenza delle richieste autorizzazioni.
I carabinieri, inoltre, hanno accertato che era stata anche realizzata, sempre abusivamente, una strada che collega lo stabilimento alla statale 89. Al termine delle attività i carabinieri hanno sequestrato l’area di circa 6mila metri quadrati e le strutture per un valore di due milioni di euro. Due le persone denunciate: il presidente del consiglio di amministrazione della società e il suo presidente.
L’abuso esistente nella Piana di Calenella era stato denunciato nel settembre del 2015 anche dal WWF:
“Piana di Calenella è l’ultima grande pianura sulla costa del Gargano che era rimasta sostanzialmente integra dal punto di vista naturale” aveva scritto in una nota l’associazione ambientalista. “Dopo la strisciante realizzazione negli anni scorsi di un’area di sosta camper e di un parcheggio a ridosso della spiaggia, a quanto pare privi di autorizzazioni, un’altra opera si appresta a fare la luce nella splendida baia. Un imprenditore, Ciro Pistillo, avrebbe acquistato una grossa fetta di piana e realizzato un percorso naturalistico-turistico, un’area per la sosta dei camper, tubature e bocchettoni per idranti ogni trenta metri, una strada nel mezzo dell’area di proprietà e, per ultimo, un lido, denominato Calè”. E ancora: “Tutto questo è stato realizzato nonostante la Piana di Calenella, oltre a far parte del Parco Nazionale del Gargano, sia caratterizzata da numerosi vincoli quali Rete Natura 2000, Paesaggistico, Piano Tutela delle Acque, Piano Assetto Idrogeologico (PAI), Vincolo idrogeologico. La Piana di Calenella rappresenta inoltre una connessione naturale tra due promontori (la pineta Marzini a ovest e Monte Pucci a est) e tra l’entroterra e il mare. Va anche considerato che l’area interessata alle realizzazioni, come il parcheggio dei camper, è localizzata in prossimità di una piana alluvionale ad alta pericolosità idraulica. Per l’assalto alla Baia di Calenella chiediamo di adempiere pienamente agli scopi istituzionali, assumendo un ruolo più rispondente alle aspettative di un territorio troppo esposto agli appetiti degli imprenditori più spregiudicati. Una situazione da cui il Parco non può tirarsi fuori considerato, ad esempio, che la Legge quadro 394/91 sulle aree protette all’articolo 29 stabilisce che il legale rappresentante dell’area protetta in caso di attività non autorizzate dispone l’immediata sospensione dell’attività ed ordina la riduzione in pristino a spese del trasgressore e in caso di inottemperanza provvede all’esecuzione in danno degli obbligati e, qualora risultino impercorribili altre procedure, in base all’articolo 41 del D.P.R. 380/ 2001, può avvalersi per la demolizione delle strutture tecnico-operative del Ministero della Difesa”.
La Redazione
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