Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 09, 2016 Redazione Cronaca 0
Il minorenne si è costituito presso il commissario di polizia di San Severo accompagnato dai suoi difensori. È accusato di omicidio e tentato omicidio
Svolta nell’agguato in cui è rimasto ucciso Mario Morelli, il 17enne ucciso al termine di un violento litigio avvenuto lo scorso 6 ottobre nel centro storico di San Severo. Nella mattinata di ieri si è consegnato il giovane accusato dell’omicidio.
Si tratta di S.F., un 16enne, figlio di un pregiudicato esponente di spicco di un clan del Foggiano. Il minorenne, già individuato dalla Polizia grazie alle immagini della videosorveglianza presenti nella zona, dovrà ora rispondere di omicidio volontario e di tentato omicidio visto che oltre a Morelli nell’agguato di vico del Tesoro è rimasto ferito all’addome un altro ragazzo di San Severo, attualmente ricoverato all’Ospedale Mascia Masselli.
Il presunto omicida si è presentato al commissariato di Polizia di San Severo dopo 36 ore di latitanza, accompagnato dai suoi difensori, Massimo Roberto Chiusolo e Matteo Tenace, che hanno riferito che il giovane chiarirà tutto nell’interrogatorio di garanzia che si svolgerà nelle prossime ore.
Stando alle prime ricostruzioni della Polizia, all’origine della lite tra i tre ragazzi di San Severo, culminata con la tragica sparatoria, ci sarebbe una questione sentimentale. S.F. e la vittima erano invaghiti della stessa ragazza, sorella del ragazzo rimasto ferito nell’agguato. Il 16enne accusato di omicidio, avrebbe avuto degli screzi con gli altri due giovani e per questo gli avrebbe dato appuntamento in Vico del Tesoro per chiarire la questione.
La sera del 6 ottobre, quando il presunto assassino ha visto arrivare i due ragazzi in sella ad uno scooter, ha aperto subito il fuoco uccidendo Mario Morelli e ferendo in maniera grave l’altro ragazzo. Sul luogo del delitto la Polizia ha rinvenuto ben 4 bossoli di una pistola calibro 9×21.
Sull’accaduto si è espresso anche il sindaco di San Severo, Francesco Miglio, che ha lanciato un appello alle famiglie, alla scuola e alle istituzioni:
“La violenza – spiega il primo cittadino del comune – con cui gli adolescenti gestiscono i propri rapporti interpersonali ha dell’assurdo. Non si può morire per una lite banale. In tutta Italia ogni giorno si registrano episodi di violenza che non possono lasciarci indifferenti. I nostri ragazzi sono vittime di una crisi di valori a cui famiglie, scuola e istituzioni devono rispondere con forza. Occorre fare rete. Una strada che l’Amministrazione Comunale ha avviato da subito con percorsi di legalità nelle scuole. Proseguiremo con forza e costanza a lavorare su politiche di prevenzione e di azione incentrate su interventi di carattere sociale, relazionale, inclusivo ed educativo. La lotta alle dinamiche aggressive che si instaurano nelle nuove generazioni può essere contrastato solo con il potenziamento di una maggiore coesione ed inclusione sociale che non può essere demandato solo alla scuola, solo all’Amministrazione, solo alle parrocchie o alle famiglie, ma deve essere un lavoro di squadra tra le istituzioni per migliorare la qualità della vita della città”.
La Redazione
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