Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 28, 2016 Redazione Cronaca 0
Ad autorizzare il prelievo degli organi di Davide è la moglie Mina: “Sono certa che lui l’avrebbe fatto”. Dall’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza la storia che sta commuovendo il web
Salvare una vita è un atto d’amore. Un gesto così grande che spesso può dare la forza di superare un dolore altrettanto grande come la perdita della persona amata. Questa è la storia di Davide e Mina, marito e moglie. Lui muore a soli 38 anni, lei autorizza il prelievo dei suoi organi. Una scelta che salva quattro vite. “Sono certa che Davide l’avrebbe fatto” sono state le parole di Mina. A raccontare la storia è l’Opera Padre Pio di Casa Sollievo della Sofferenza.
La scorsa estate Davide e Mina stavano trascorrendo le vacanze a Rodi Garganico insieme alle loro figliolette. Poco prima del malore lui aveva detto alla moglie che aveva mal di schiena, per questo avrebbe preso un antidolorifico e sarebbe andato a riposare. “Poi l’ho ritrovato a terra, privo di sensi – ha raccontato Mina. “Abbiamo chiamato subito i soccorsi e un’ambulanza ci ha prelevati da Rodi Garganico. Prima il trasferimento all’ospedale di San Severo, da dove, dopo i primi esami, l’hanno trasportato d’urgenza alla Casa Sollievo della Sofferenza”.
Il suo quadro è parso da subito grave ai medici dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo: la diagnosi parlava di un aneurisma cerebrale. “Poco prima dell’anestesia, prima di essere intubato, ha provato a chiedermi delle bambine con quel po’ di forze che gli rimanevano, poi mi ha stretto la mano per tre volte. É stata la nostra ultima comunicazione”.
Dopo il decesso, i medici dell’Unità di Anestesia e Rianimazione II hanno proposto a Mina di autorizzare il prelievo di organi. Lei ha acconsentito. “Non ne avevamo mai parlato, non si pensa a queste cose quando si è in vita”, ha spiegato Mina ai dottori. “Perché l’ho fatto? Perché lui lo avrebbe fatto sicuramente. Era un uomo molto generoso, sempre disponibile e altruista con gli altri, era il nostro orgoglio!”.
Dopo l’ok della famiglia, il prelievo degli organi ha reso disponibile cuore, fegato, reni e cornee. Il primo è stato trapiantato a Verona, su una giovane donna; il fegato ad un bimbo di 10 mesi in una clinica romana e ad un paziente di un ospedale di Bari. Stessa destinazione per i reni, mentre le cornee sono state cedute alla Banca degli Occhi di Mestre che provvederà ad individuare un paziente idoneo.
Davide non c’è più, ma la sua vitalità e la sua generosità continueranno a vivere. “I suoi organi daranno speranza a qualcun altro. Il nostro Davide – ha concluso Mina – resterà comunque sempre con noi, continueremo ad amarlo sempre”.
La Redazione
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