Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Dic 14, 2016 Redazione Cronaca 0
Cocaina tagliata con un farmaco letale, marijuana pregiata e molto altro nel traffico di stupefacenti smantellato dai Carabinieri. Nella rete molti agricoltori del Gargano
Resi noti i dettagli della maxi operazione antidroga che dalle prime ore di stamane ha visto impegnati i Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, il personale del Comando Provinciale di Bari, del Nucleo Elicotteri di Bari e del Nucleo Cinofili di Modugno e che ha portato all’esecuzione di 35 misure cautelari in Provincia di Foggia e non solo. Un’operazione scattata da una complessa indagine del Nucleo Investigativo coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia (nelle persone del Alessio Marangelli e del Dott. Andrea Di Giovanni).
I soggetti destinatari delle misure cautelari (20 in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di presentazione alla P.G.), sono tutti accusate a vario titolo di spaccio di sostanze stupefacenti. Sei di loro risultano tuttora latitanti. Uno di loro, principale protagonista dell’attività investigativa, è accusato anche del reato di estorsione ai danni di suo abituale acquirente.
L’indagine ha preso le mosse da alcuni elementi emersi durante un’altra attività del Nucleo Investigativo di Foggia eseguita lo scorso 4 ottobre a carico di alcuni soggetti di spicco del clan “Moretti” (c.d. “Operazione Reckon”). I numerosi controlli e pedinamenti, che hanno portato a sequestri di importanti quantitativi di sostanze stupefacenti, hanno permesso di fare luce anche sull’esistenza di una fitta rete di spaccio di droga nei comuni di San Severo, San Nicandro Garganico, Lucera, Lesina, Chieuti e perfino nel comune veneto di Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR).
Nelle rete molti allevatori e agricoltori del Gargano. Dalle intercettazioni è venuto fuori che per indicare la droga utilizzavano espressioni in codice a loro familiari come “caciocavalli” e “mozzarelle”. Un soggetto veneto acquistava droga nel Foggiano per poi rivenderla nel proprio territorio.
È venuta a galla l’esistenza di diversi gruppi delinquenziali, operanti in perfetta autonomia, dediti alla vendita illegale di varie tipologie di droghe (in particolare cocaina e marijuana, ma anche eroina), attività da cui la maggior parte degli indagati traeva l’unica fonte di reddito, curando le diverse fasi: dalla produzione (per la marijuana), al confezionamento e alle trattative per il prezzo, il trasporto e le modalità di consegna della droga.
A San Nicandro Garganico è stata fermata un’intera famiglia: padre, madre e figlio, quest’ultimo con obbligo di dimora mentre i genitori finiti in carcere. Qui la vendita degli stupefacenti era curata principalmente da due gruppi criminali, uno con a capo il 44enne F.C. e il 58enne M.M., l’altro con a capo S.S., 49 anni, e il suo braccio destro G.M., di 47 anni. I due gruppi operavano in piena autonomia: i capi si dedicavano alle trattative con i fornitori per trovare la materia prima a prezzi concorrenziali e ai rapporti con gli acquirenti definendo modi e tempi delle consegne e pagamenti.
A questi vanno aggiunti altri soggetti che si rivolgevano ai principali protagonisti dell’indagine per acquistare importanti quantità di stupefacente destinate a coprire le restanti “fette” di mercato dello spaccio in San Severo, San Nicandro Garganico e nei vicini centri abitati: uno di questi, N. A., 34 anni, è indagato anche per detenzione e porto abusivo di una pistola GLOCK con relativo munizionamento.
Nel corso delle indagini sono già state arrestate 7 persone in flagranza di reato, documentate numerose cessioni di stupefacente, sequestrate 3 pistole, 1 fucile a pompa e 3 Kalashnikov di illecita provenienza con relativo munizionamento, 12 Kg di hashish, 2 Kg. di cocaina, 60 grammi di eroina e circa 10 Kg di marijuana e alcune micce esplodenti. Migliaia le dosi che si potevano ottenere dallo stupefacente sequestrato.
Allarmante il dato emerso dalle analisi di laboratorio sulla cocaina sequestrata. Nel taglio della sostanza è stato appurato l’utilizzo del “Levamisolo”, un farmaco antineoplastico usato per il trattamento del cancro del colon e come antiparassitario in veterinaria che potenzia esponenzialmente gli effetti malevoli per la salute; nello specifico, come si evince dal Bollettino del Laboratorio Tossicologico di Riferimento Nazionale della Seconda Università di Napoli, “l’ingestione di cocaina adulterata con Levamisolo può ridurre notevolmente i globuli bianchi sopprimendo la capacità dell’uomo di combattere le infezioni, sviluppando rapidamente infezioni anche fatali”.
Alcuni indagati, inoltre, si vantano di movimentare la cd. “Lemon Haze”, ovvero una marijuana “pregiata”, dal sapore intenso e deciso che ricorda il limone ed è in grado di provocare degli “effetti potenziati dal punto di vista psichedelico, soprattutto sull’aspetto della socialità e della creatività”.
La Redazione
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