Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Gen 30, 2017 Redazione Cronaca 0
L’omicidio risale al 16 ottobre del 2014
Pena ridotta in Appello per Riccardo Bramante, il pescatore di 39 anni che uccise il cognato Antonio Di Mauro. Condannato in primo grado a 20 anni di reclusione, la sentenza dei Giudici della Corte d’Assiste d’Appello di Bari lo ha condannato a 14 anni di reclusione.
I fatti risalgono al 16 ottobre del 2014 quando Bramante uccise con una fucilata in pieno petto il cognato Antonio Di Mauro mentre era a bordo del suo peschereccio insieme ad un suo amico, in località ‘La Chianca’, ad un miglio allargo di Vieste. Dopo l’omicidio, secondo la ricostruzione dell’accusa, Bramante intimò all’amico di stare zitto e si liberò del cadavere buttandolo in mare. Il testimone tornò in porto e subito raggiunse la locale tenenza dei carabinieri, raccontando cosa fosse successo. Alle 11 di mattina del 16 ottobre, poche ore dopo il delitto, Bramante fu rintracciato in paese ed arrestato: nella sua barca fu trovato e sequestrato il fucile usato per il delitto. Il corpo di Di Mauro fu recuperato dopo 60 ore nello specchio d’acqua di ‘Vignanotica’.
Bramante era accusato di omicidio volontario, soppressione di cadavere e porto illegale di dell’arma del delitto e minacce nei confronti dell’amico della vittima, testimone oculare del delitto.
La Redazione
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