Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Set 07, 2017 Redazione Cronaca 0
La scorsa notte ignoti hanno dato alle fiamme la copertura di Villa Faragola, nel territorio di Ascoli Satriano. In fumo anni di lavoro e di finanziamenti
La scorsa notte ignoti hanno dato alle fiamme la copertura di Villa Faragola, nel territorio di Ascoli Satriano. Si tratta di uno dei siti archeologici più rilevanti nella Provincia di Foggia per la presenza di un insediamento di età romana tardo antica che si segnala per le notevoli manifestazioni di lusso.
L’incendio sarebbe divampato intorno alle 2.00 d notte a partire da un manufatto ligneo. Sul posto vigili del fuoco e carabinieri che indagano sull’accaduto.
A darne notizia è stato l’archeologo Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei Beni Archeologici e Paesaggistici ed ex rettore dell’Università di Foggia, che ha anche postato alcune foto su Facebook.
“Ho appena avuto notizia (mentre sono a migliaia di chilometri di distanza, in Malesia) che nella notte è stata incendiata la copertura del sito archeologico di Faragola” ha scritto Volpe. “O forse sono stati usati esplosivi per far saltare la copertura. Il legno della copertura è ignifugo! Sembra roba da professionisti a giudicare dalle prime foto che ho appena ricevuto. Un danno enorme. Forse irreparabile”.
In fumo anni di lavoro e di finanziamenti della Regione Puglia, di Arcus e ora del MiBACT, come aggiunge l’archeologo:
“Quattordici anni di scavi, di ricerche, di studi, di lavoro sul campo, di pubblicazioni, di progettazione di un modello di musealizzazione in situ per uno dei parchi archeologici considerati più importanti di Puglia e d’Italia: persi, distrutti, inceneriti dalla malavita o dalla stupidità o da altri interessi? A chi dava fastidio un sito come Faragola?”.
“Mi fa rabbia che da alcuni mesi il cantiere era stato sospeso in attesa della ripresa per il completamento del terzo lotto dei lavori di sistemazione, con le installazioni multimediali, il percorso di visita, lo spazio informazioni, il laboratorio didattico per i bambini. Ed erano state sospese anche le visite anche cantiere. Purtroppo è la conferma che quando un sito è lasciato senza una gestione, senza controlli, senza un uso quotidiano, senza una presenza, senza vita, diventa la classica ‘terra di nessuno’ nella quale è facile che i delinquenti o i vandali operino indisturbati”.
“Avevamo tanti progetti per questo sito. Non c’è più nulla. Confesso di avere le lacrime agli occhi, per il dolore, la rabbia, la delusione, lo sconforto, come archeologo, come professore, come presidente del Consiglio Superiore BCP del MiBACT, come cittadino!”
“Ora attendo di conoscere meglio la situazione – conclude Volpe – E di capire cosa sarà possibile salvare. Con la speranza che i carabinieri e la polizia, la magistratura indaghi e scopra i responsabili di questo disastro. Certo questi disgraziati non fermeranno la nostra voglia di conoscere, di difendere, di valorizzare, di restituire ai cittadini il nostro patrimonio culturale”.
La villa, utilizzata tra il IV e il VI secolo, occupava un’area di 1550 m² su un altopiano presso il fiume Carapelle, distante 9 km da Herdonia (oggi Ordona) e 5 km da Ausculum (Ascoli Satriano), lungo il percorso della via Aurelia Aeclanensis (che collegava Herdonia ed Aeclanum, mettendo in comunicazione la via Appia e la via Traiana).
La villa, forse appartenente alla famiglia senatoria degli Scipioni Orfiti, era sorta sui resti di un insediamento dauno del IV-III secolo a.C. e di una fattoria di epoca romana (I-III secolo d.C.). Il sito venne quindi occupato da un villaggio altomedievale (VII-VIII secolo). L’area, acquisita nel 1997 dal comune di Ascoli Satriano, è stata oggetto di scavi archeologici sistematici a partire dal 2003, sotto la direzione di Giuliano Volpe. Nel 2009 il sito è stato parzialmente aperto al pubblico (parco archeologico di Faragola).
Ecco com’era il sito prima dell’incendio
La Redazione
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