Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 10, 2017 Redazione Cronaca 0
La notizia del fermo di Moretti è stata data ieri a Foggia nel corso dell’incontro con il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, ma sull’operazione resta il massimo riserbo in attesa della convalida dell’arresto
Al termine del Comitato nazionale per l’Ordine e la sicurezza pubblica riunitosi ieri a Foggia alla presenza del ministro dell’Interno, Marco Minniti, è stata annunciata la notizia del fermo, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore, di Rocco Moretti, 67enne ritenuto un massimo esponente della mafia foggiana. Ad eseguire il fermo nei confronti di Moretti e di un’altra persona, della quale però non sono state rese note le generalità, è stata la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Bari.
Maggiori particolari sulla vicenda saranno forniti successivamente dall’Arma dei Carabinieri, in attesa dell’udienza di convalida davanti al GIP. Ma chi è esattamente Rocco Moretti?
Rocco Moretti, detto “U’ Purc”, è un boss di spicco della Società foggiana (assieme al suo storico rivale, Roberto Sinesi detto “lo zio”), a capo del clan Moretti-Pellegrino-Lanza. Attualmente sottoposto a sorveglianza speciale, era libero da circa un anno e mezzo.
Il boss infatti era stato arrestato nel novembre del 2014 insieme al figlio Pasquale Moretti e a Vincenzo Antonio Pellegrino nell’ambito del processo “Cronos” (il blitz portato a termine dagli agenti della squadra mobile di Foggia il 5 settembre del 2007), nel quale gli imputati erano già stati condannati in secondo grado a 9 anni ciascuno per associazione per delinquere di tipo mafioso (nel processo di primo grado, il 26 novembre del 2009, i tre erano stati condannati a 12 anni di reclusione). Nell’aprile del 2016 però i tre sono stati scarcerati per un vizio di forma. Era infatti trascorso il tempo massimo di tre anni dalla condanna di primo grado, senza essere arrivati a quella in Appello. Per questo i tre imputati tornarono liberi per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva.
Ma quella non fu l’unica scarcerazione per Moretti. Il boss era tornato in libertà già il 31 luglio 2014 dopo aver passato i precedenti 25 anni dietro le sbarre a scontare una condanna per omicidio. Moretti era infatti stato ritenuto uno dei responsabili di quello che è stato considerato il più grave fatto di sangue mai avvenuto nella storia della criminalità foggiana e di Capitanata: la strage del Bacardi.
La strage del Bacardi risale alla notte del 1° maggio del 1986 quando tre killer a volto coperto ed armati di pistole fecero irruzione in un angusto locale situato in piazza Mercato, alle spalle di via Arpi, il circolo Bacardi, uccidendo tre uomini di Foggia (Giovanni Rollo, Pietro Piserchia e Pompeo Rosario Corvino) e una donna di Terlizzi (Antonietta Cassanelli, amante del sanferdinandese Gennaro Manco, che rimase ferito). Per quella strage fu accusato anche Giosuè Rizzi, fra i fondatori della Sacra Corona Unita e capo storico della mafia foggiana negli anni ’80 e primi anni ‘90, ucciso nel gennaio del 2012 mentre era sotto sorveglianza speciale, dopo aver scontato quasi 23 anni di carcere.
L’ascesa di Moretti iniziò con l’omicidio di Giuseppe Laviano, luogotenente della Sacra Corona unita a Foggia, avvenuto nel gennaio del 1989. Il corpo di Laviano non fu mai trovato, ma dopo gli arresti operati nell’operazione Mantide, condotta dalla DDA di Bari nel 2005, emersero particolari macabri come quello relativo ad una foto della stesa mozzata di Laviana mostrata agli esponenti principali della Società foggiana. Il mandante di quell’omicidio secondo i magistrati fu proprio Rocco Moretti, nonostante fosse condannato a 27 anni per la cosiddetta “strage del Bacardi”.
La Redazione
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