Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Apr 28, 2018 Redazione Cronaca 0
Il 34enne è stato arrestato per aver violato l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza a cui era sottoposto dal luglio dello scorso anno
E’ stato arrestato a Vieste, nella serata dello scorso 26 aprile, Marco Raduano, 34 anni (ex braccio destro dello storico boss Angelo Notarangelo) ritenuto oggi elemento di spicco della malavita viestana oltre che guida del gruppo degli “scissionisti” della guerra di mala garganica. L’arresto è stato eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano e della locale Tenenza hanno arrestato Marco Raduano.
Noto negli ambienti criminali con gli appellativi di ‘Faccia D’Angelo’ o ‘Marco Pallone’, Raduano è stato arrestato per aver violato l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza, derivante dalla Sorveglianza Speciale di P.S., a cui era sottoposto dal luglio dello scorso anno. Nei giorni scorsi infatti l’uomo è stato visto aggirarsi a Peschici, nel Gargano.
L’importante arresto è il risultato non solo di un controllo del territorio sempre più stringente operato da tutte le componenti dell’Arma della Provincia, ma anche dell’unitaria visione strategica che Procura della Repubblica e Forze di polizia hanno ormai da tempo adottato nell’aggressione di ogni fenomeno criminale presente sul territorio. Da tale sinergia infatti è stato possibile intervenire in modo tanto deciso anche al di fuori della flagranza nella violazione.
Il 34enne, che lo scorso 21 marzo è stato vittima di un agguato nei pressi della sua abitazione, vanta numerosi precedenti penali e di polizia per delitti contro la persona (tentato omicidio), contro il patrimonio (estorsione, rapina, furto, ricettazione), in materia di armi e di stupefacenti. Nel corso della sua pluriennale carriera delinquenziale si è sempre contraddistinto quale figura trainante nell’ambito di attività delittuose articolate, ma è in seguito all’omicidio del boss Angelo Notarangelo, avvenuto il 26 gennaio del 2015, che è progressivamente emerso negli ambienti della malavita locale fino ad esserne considerato uno degli elementi di spicco.
Secondo gli inquirenti Marco Raduano, a cui era legato Antonio Fabbiano, il pregiudicato 25enne ucciso lo scorso 25 aprile a Vieste, è in lotta con il clan Notarangelo-Perna per il controllo dei traffici di droga provenienti dall’Albania.
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