Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Feb 05, 2019 Redazione Cronaca 0
Così lo Stato risponde a estorsioni, rapine, incendi, attentati dinamitardi alle attività commerciali, detenzione di armi e tentati omicidi. Il presidente della Commissione Antimafia: “In Capitanata la quarta mafia ha preso una bella botta”
Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, dopo una “tempestiva indagine” coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno effettuato alle prime luci dell’alba una vasta operazione di polizia giudiziaria denominata ‘Chorus‘ nei riguardi dei responsabili di attentati incendiari a danno di esercizi commerciali di Foggia, estorsioni, rapine, armi e tentato omicidio. L’operazione interforze, che ha portato all’arresto di 16 persone, è il frutto di distinte inchieste.
Nei comuni di Foggia e Vieste sono state arrestate 5 persone, ritenute responsabili dei reati di fabbricazione e di detenzione di ordigni, rapine, porto e detenzione di armi illegali. Nel dettaglio sono state eseguite due ordinanze cautelari nei confronti di tre soggetti: Vincenzo Colucci, classe ’99, Sergio Perekhodko, classe ’98, e Pasquale Carbone, classe ’97, gravemente indiziati di reati predatori caratterizzati da particolare violenza e spregiudicatezza. A loro vengono contestate le rapine avvenute in città ai danni del bar Terzo Millennio (25 aprile 2016) e alla tabaccheria di via Leone XIII (29 novembre 2017), a Foggia. Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Michele Notarangelo, classe ’96, per possesso illegale di micidiale materiale esplosivo, per Michele Pinto classe ’95, gravemente indiziati dei reati di possesso illegale di micidiale materiale esplodente per conto del clan di riferimento. L’ordinanza è l’esito delle indagini iniziate lo scorso 17 settembre, quando i Carabinieri di Vieste arrestarono in flagranza l’incensurato P. N. classe ’93, sorpreso a custodire cinque micidiali ordigni esplosivi di fabbricazione artigianale, del peso di due chilogrammi ciascuno. L’attività di indagine intrapresa dopo l’arresto di Ninni infatti ha permesso l’acquisizione di clementi probatori tali da delineare le responsabilità dei predetti soggetti, per conto dei quali l’uomo deteneva illecitamente il materiale esplosivo.
Nel comune di Foggia, la Polizia ha eseguito 7 misure applicative di custodia cautelare, emesse dal Gip di Foggia, per reati di incendio, estorsione e detenzione di armi. Quattro misure cautelari in carcere nei confronti: Aleandro Di Fiore, Raffaele Di Fiore, Vito Francesco Perdonò e Raffella Dell’Anno. Le indagini sono scattate in seguito al tentato omocidio avvenuto il 21 ottobre 2018, quando Aleandro Di Fiore, addetto alla sicurezza di una discoteca di Foggia, con un colpo di pistola ferì alla testa un 18enne.
Un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare è stata emessa nei confronti di Davide Monti per atti indimidatori ai danni della friggitoria “Mordi e gusta” e della profumeria “Gattullo”, messi in atto a Foggia mediante l’esplosione di ordigni. Dalle indagini è emerso che il Monti era solito frequentare il giovane Rocco Moretti, figlio di Pasquale Moretti, e nipote di Rocco, elemento di spicco della criminalità organizzata foggiana. L’attività investigativa svolta ha permesso di accertare che l’atto intimidatorio era da ricollegare ad una pretesa estorsiva riconducibile al giovane Rocco Moretti che, dopo avere fatto collocare l’ordigno da Monti, ha avvicinato la vittima, rivendicando la paternità dell’atto ed intimando alla stessa la corresponsione di una ingente somma di denaro. Per quanto riguarda gli incendi appiccati lo scorso 4 gennaio e 6 gennaio ai danni della friggitoria “Mordi e gusta”, le indagini svolte (attraverso attività di natura tecnica, acquisizione dei dati registrati dai sistemi di videosorveglianza e attività informativa) hanno consentito di individuare l’autore delle intimidazioni, identificato in Abramo Procaccini, classe 1995.
Sempre nel Comune di Foggia, gli uomini della Guardia di Finanza di Foggia hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di: Gianfranco Bruno, 40 anni, detto “il primitivo”, elemento di spicco del clan Moretti-Pellegrino”; Antonio Bruno, di anni 21, figlio di Rodolfo Bruno, elemento di spicco della “Società foggiana”, assassinato, con modalità mafiose, a Foggia a novembre 2018; Antonio Carmine Piscitelli, 36 anni; Giuseppe Ricco, 55 anni, condannato, tra l’altro, per associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto inserito nell’organigramma del sodalizio criminale facente capo al clan camorristico della famiglia Panico. L’operazione costituisce l’epilogo di una complessa e strutturata attività investigativa condotta dai militari del Nucleo Mobile della Compagnia di Foggia, coordinati da questa Procura della Repubblica. In particolare, le indagini svolte hanno permesso di acquisire significativi elementi probatori in ordine all’ideazione e tentata esecuzione di un grave fatto di sangue, che sarebbe avvenuto, ad opera di un commando armato, alle prime luci dell’alba del 23 gennaio nell’ambito presumibilmente della guerra tra clan rivali per il controllo delle attività criminali nella città di Foggia.
In più occasioni i militari – unitamente a personale della Polizia di Stato – hanno attuato un capillare dispositivo finalizzato ad individuare ed intercettare il commando al fine di scongiurare l’omicidio pianificato. Nel prosieguo dell’azione repressiva, i militari operanti, avuta contezza della dinamica dell’azione criminale che sarebbe stata posta in essere, all’esito di un ininterrotto servizio di osservazione, sono intervenuti prontamente, bloccando le due autovetture a bordo delle quali sono stati sorpresi i tre componenti del commando, tra i quali il “killer”che avrebbe materialmente eseguito l’omicidio, pronti a compiere l’agguato. A bordo di una delle due autovetture è stata trovata una rivoltella marca “SMITH & WESSON” con matricola abrasa, carica con sei cartucce calibro 44 Magnum, pronta all’uso ed i tre soggetti, ritenuti responsabili, sono stati arrestati ed associati alla condariale a disposizione della locale Autorità Giudiziaria. Lo sviluppo delle attività di indagine eseguite in modo incessante dagli organi inquirenti (Procura della Repubblica e Guardia di Finanza) hanno consentito di individuare il mandante dell’omicidio pianificato in Gianfranco Bruno, detto “il primitivo”, del clan “Moretti/Pellegrino”, che con quell’azione programmata voleva vendicare il decesso del cognato Rodolfo, colpendo a morte un elemento di spicco del contrapposto clan rivale dei “Sinesi/Francavilla”.
Le attività di indagine sinteticamente descritte certificano la risposta rapida ed efficace dello Stato, attività che proseguirà senza sosta, nel solco di un lavoro di squadra proficuo e destinato a generare fiducia nella Cittadinanza.
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