Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Giu 06, 2019 Redazione Cronaca 0
Tra le accuse, a vario titolo, ci sono associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga e tentato omicidio. Tutte aggravate da finalità mafiose
Blitz della polizia contro le famiglie mafiose della provincia di Foggia: una vasta operazione condotta da più di 200 poliziotti, denominata “Ares”, sta dando esecuzione a 54 provvedimenti cautelari emessi dal giudice per le indagini preliminari di Bari, su richiesta della Procura distrettuale antimafia, nei confronti di soggetti appartenenti o legati alle famiglie operanti nel territorio di San Severo.
Tra le accuse, a vario titolo, ci sono associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali etentato omicidio. Tutte aggravate da finalità mafiose. Gli arresti sono stati eseguiti nelle provincie di Foggia, Napoli, Milano, Salerno, Rimini, Campobasso, Pescara, Chieti, Teramo, Ascoli Piceno e Fermo.
I destinatari del provvedimento sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di droga, spaccio, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose.
I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 11 alla Corte d’Appello di Bari alla quale parteciperanno il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, i procuratori di Bari e Foggia Giuseppe Volpe e Ludovico Vaccaro, il direttore della Dac della Polizia Francesco Messina, il direttore dello Sco Fausto Lamparelli e il questore di Foggia Mario Della Cioppa.
Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurano elementi di primo piano delle famiglie mafiose di San Severo, tra i quali Giuseppe Vincenzo La Piccirella e Severino Testa, ritenuti ai vertici del clan ‘La Piccirella’, oltre a Franco e Roberto Nardino, a capo dell’omonimo clan.
A quanto si apprende, gli indagati facevano spesso ricorso alla violenza per l’affermazione della propria leadership sul territorio, basata per gli investigatori anche sulla eliminazione fisica dei rivali.
Nel corso delle indagini sono stati accertati diversi episodi a chiaro sfondo intimidatorio, come nel tentativo di estorsione ai danni di un commerciante, che si è visto danneggiare a colpi d’arma da fuoco l’abitazione, il negozio e l’auto.
L’indagine coordinata dalla Dda di Bari ha evidenziato il ruolo dei clan di San Severo nel traffico di droga in Capitanata e la spartizione dei proventi illeciti ha creato tensioni tra i diversi gruppi malavitosi locali. Le indagini sono partite nel 2015 dopo alcuni episodi di sangue a San Severo e successivamente gli inquirenti hanno accertato il traffico di stupefacenti gestito dai gruppi criminali locali, compresi i relativi canali di approvvigionamento dall’estero, anche dall’Olanda.
È la prima volta – si apprende da fonti investigative – che viene contestata l’associazione di tipo mafioso (416 bis) alla criminalità organizzata di San Severo, riconosciuta come autonoma e indipendente rispetto alle organizzazioni mafiose di Foggia.
Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato così le operazioni odierne: “Decine di arresti contro la mafia pugliese, sequestri per più un milione di euro nel reggino perché in odore di ‘ndrangheta, blitz contro i clan in provincia di Palermo. Grazie a forze dell’ordine e inquirenti. Lo Stato c’è, fa pulizia e non molla la presa: per i criminali tolleranza zero”.
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