Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Nov 11, 2011 Pina D'Errico Eventi e cultura 0
CERIGNOLA – Difficile stabilire se sia più sorprendente trovare reperti archeologi di estimabile valore sotto la terra del proprio fondo o se, una volta trovati, questi vengano consegnati ai carabinieri. Entrambe le vicende vedono protagonista agricoltore della cittadina foggiana alle prese con l’aratura del proprio podere.
A due metri di profondità del suo terreno c’erano ben tre tombe a grotticella, chiamate così perché scavate direttamente nella roccia, in una delle quali era ancora conservata la lastra di chiusura. Nelle altre era visibile persino il corridoio che di solito precedeva la camera.
Il vero tesoro però era all’interno delle tre tombe: 64 reperti archeologici, veri e propri corredi funebri con olle, piatti e brocche. Tra questi anche un cratere con delle figure rosse raffiguranti Dioniso, il dio della forza vitale, mentre rincorre una baccante (donne vestite con pelli animali che secondo la mitologia greca accompagnavano il dio nei suoi viaggi). È probabile poi che una delle tre tombe sia appartenuta a un bambino dato che sono stati trovati tanti vasi piccoli.
In un’altra invece potrebbe essere stata sepolta una donna per la presenza di parecchia ceramica da fuoco, utilizzata per la cottura degli alimenti. Trovati poi persino frammenti di oggetti da toeletta come una netta orecchia in ferro e di una Strigile, una spugnetta metallica che utilizzavano i gladiatori per rimuovere l’olio e la sabbia spalmata prima dei combattimenti. Tutti i reperti, che possono essere collocati tra il IV e III secolo a.C., sono stati recuperati dai Carabinieri della Compagnia di Cerignola e del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari chiamati dall’agricoltore subito dopo il prezioso ritrovamento.
La scoperta è un’altra dimostrazione della rilevanza archeologica di tutta l’area della Capitanata. Solo pochi giorni fa i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari hanno denunciato tre persone colte in flagranza mentre scavavano nella zona dove un tempo sorgeva Arpi, città frequentata in età preromana e romana, i cui interessanti reperti sono attualmente esposti nel Museo Civico di Foggia.
Pina D’Errico
Ecco le immagini del ritrovamento
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