Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Dic 14, 2015 Redazione Eventi e cultura 0
Mons. Michele Castoro ha dato così avvio anche nel Gargano all’Anno delle Misericordia
L’Anno della Misericordia ha preso ufficialmente avvio anche nel Gargano. Con una solenne cerimonia, celebrata nella mattinata di ieri, terza domenica di avvento, è stata aperta la Porta Santa della Cattedrale di Manfredonia come previsto da Papa Francesco per il Giubileo Straordinario della Misericordia.
Il corteo, partito dalla chiesa di San Domenico, si è recato in processione presso la porta principale della Cattedrale dove Mons. Michele Castoro, arcivescovo della diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotond, accompagnato dalle massime autorità politiche e militari, ha espletato il rito per aprire la porta Santa.
“Fratelli e Sorelle – ha detto l’arcivescovo nell’omelia – anche noi oggi, accogliendo l’invito di Papa Francesco, abbiamo aperto la Porta Santa della nostra Cattedrale e, col capo chino e l’animo contrito, ne abbiamo attraversato la soglia, consapevoli che questo Anno giubilare della Misericordia sarà per noi un’occasione di grazia e di perdono, un provvidenziale sussulto di vita nuova”.
Dopo il saluto a tutti i fedeli, centrale nell’omelia diventa il tema della Misericordia, come ricordato da Papa Francesco:
“Misericordia è il nome di Dio” – ha spiegato Mons. Castoro – Sì, ‘misericordia’ è il suo nome. Ed entrare per la Porta Santa ‘significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. E’ Lui che ci cerca! E’ Lui che ci viene incontro!’ (Papa Francesco, 8 dicembre 2015). E perciò spalanca la porta del suo cuore per noi”.
Il Vangelo, come ha detto l’arcivescovo, annunciando la misericordia suscita domande nuove e inedite, inquieta i cuori, mette in crisi le sicurezze di chi presuntuosamente pensa di poter avere la coscienza a posto. Per questo motivo, il Battista propone gesti di cambiamento, generati dalla misericordia come “Chi ha due vestiti ne dia uno a chi non ce l’ha”, “Chi ha da mangiare ne dia a chi non ne ha”.
“La misericordia – ha continuato Mons. Castoro – induce ad evitare gli abusi di potere e a fuggire le occasioni di corruzione. Lo spirito giusto è quello del buon samaritano”. Da qui la domanda: “Che cosa dobbiamo fare? E’ anche la nostra domanda. Comprendiamo che dobbiamo fare qualcosa, ma cosa dobbiamo fare?”
“Non di grandi gesti c’è bisogno – ha detto l’arcivescovo durante l’omelia – ma di tanti piccoli gesti, che là dove siamo chiamati a vivere, giorno per giorno, siano espressione di carità e di misericordia, che portino il respiro del cielo dentro le cose che facciamo. Allora, a cominciare da noi, si riprende a tessere la struttura buona del mondo, un mondo riconciliato e in pace. Mai come in questo momento difficile della storia dell’umanità, ferita da malvagità e violenza inaudita, abbiamo tutti bisogno di fare esperienza della misericordia divina per essere testimoni di perdono e di pace negli ambienti in cui viviamo. Una volta sperimentata la misericordia di Dio su di noi – ha proseguito mons. Castoro – col cuore riconciliato ci disporremo a trasmettere l’amore di Dio ai nostri fratelli. Ci ispireremo alle sette opere di misericordia: le ricordate? Dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, ospitare i forestieri, prendersi cura degli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. Ciascuno troverà il modo di metterle in pratica nella propria vita. E poi ci sono anche le opere della misericordia spirituale: istruire gli ignoranti, consigliare i dubbiosi, confortare gli afflitti, ammonire i peccatori, perdonare chi ci ha offeso, sopportare le persone antipatiche (che è la cosa più difficile), pregare per tutti. Il dono delle indulgenze ridonderà a favore dei vivi e dei defunti”.
Con l’apertura delle porte sante in ogni diocesi di tutto il mondo, come annunciato da Papa Francesco nella Bolla di indizione Misericordia Vultus “quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa”, non sarà necessario recarsi a Roma per ottenere l’indulgenza plenaria. Nel Gargano le chiese giubilari scelte sono sei: la Cattedrale di Manfredonia, la Concattedrale di Vieste, il Santuario Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, la Basilica Santuario di San Michele di Monte Sant’Angelo, il Santuario di Santa Maria della libera di Rodi Garganico e il Santuario di Santa Maria a Mare di San Nicola, nelle Isole Tremiti.
(FOTO LEONARDO CIUFFREDA)
La Redazione
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