Ultimo aggiornamento 10 Aprile 2021 - 15:52
Apr 23, 2020 Redazione Eventi e cultura 0
Per l’importante ricorrenza giunge l’arcivescovo mons. Franco Moscone che celebra la solenne messa in una chiesa vuota. Intanto dai balconi di Ischitella echeggiano canti per rendere omaggio al SS. Crocifisso di Varano
Oggi non è un giorno come tutti gli altri per gli abitanti dei Comuni del Gargano Nord. Oggi è il 23 aprile, la data della Festa del SS. Crocifisso di Varano, la ricorrenza che da oltre 500 anni celebra l’antico Crocifisso ligneo custodito nella Chiesa della SS. Annunciata di Varano, sulla sponda orientale del Lago di Varano, e venerato dagli abitanti dei paesi di Ischitella, Cagnano Varano, Carpino e Vico del Gargano.
Quest’anno però, a causa dell’emergenza Coronavirus, i fedeli non hanno potuto raggiungere la chiesetta per rendere omaggio al loro Crocifisso, non hanno potuto partecipare fisicamente alla Solenne Concelebrazione Eucaristica della mattina, né hanno potuto assistere alla suggestiva e commovente processione che si svolge al termine della funzione religiosa.
Per l’importante ricorrenza è giunto Padre Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia -Vieste – San Giovanni Rotondo che, in una chiesa vuota e senza la presenza dei fedeli, ha concelebrato la messa con il Parroco di Ischitella, Don Berardino Iacovone.
Profondo il messaggio di Mons. Padre Franco: “E’ una giornata di festa che parla ai nostri cuori e che parla attraverso una tradizione di oltre 500 anni. La nostra fede, la fede delle popolazioni ormai sparse in tante parti del mondo hanno qui, in questo luogo del Gargano Nord. Una radice che non è solo biologica, ma anche di fede che vede in questo piccolo santuario e nella bellissima effige del Crocifisso di Varano un suo punto di riferimento, l’icona che indica per tutti un’identità, al contempo culturale e di fede. Quest’anno si vive questa festa in modo strano e anche doloroso, ma ciò non ci deve spaventare. La festa e la presenza del Signore non ci è negata, è presente e continua. E possiamo e dobbiamo, forse più di prima, guardare con più intensità al Crocifisso, all’immagine di Colui che è salito in croce per noi. Di fronte a Lui le nostre certezze non diminuiscono anche se la pandemia che ha colpito il mondo intero ci ha spogliato di tante certezze, abitudini, consuetudini, situazioni, forse anche di orgoglio. Di fronte a lui però non verrà mai meno la certezza che Lui è il nostro Salvatore e che a lui dobbiamo continuare a guardare e lasciarsi a guardare. I nostri occhi e i suoi occhi devono continuarsi ad incontrare su questa croce. Forse quest’anno diversamente dagli anni precedenti possiamo vivere anche un altro sentimento. Non solo quello di guardare al Signore e sentirci guardare da Lui con uno sguardo di amore, di consolazione e fiducia, ma in qualche modo possiamo anche sentirci saliti in croce con lui, inchiodati alla sua croce, partecipi delle sue sofferenze e del suo dolore per la salvezza del mondo intero. Invito ognuno a cercare di curare anche questo sentimento. Sentirci inchiodati alla croce di Cristo. L’obbligo di non muoverci, di rimanere nei nostri spazi, quello che viene chiamato lockdown, in qualche modo esprime questo essere inchiodati alla croce del Signore, ma se lo sentiamo come momento di redenzione, come occasione di solidarietà, come finalizzato non alla morte, ma alla conservazione della vita, della salute e della salvezza, cambia l’attenzione, cambia il significato. E quello che è duro dal punto di vista fisico, umano e relazionale, diventa però motivo e certezza di strumento di salvezza e di vita”.
Intense anche le parole di Don Berardino Iacovone che, rivolgendosi a chi vive la devozione per il SS. Crocifisso di Varano anche da lontano, ha rievocato un’immagine tratta dalla Didachè: “Come il grano che è sparso sui colli viene macinato per formare un unico pane, così Signore tu raccogli la tua Chiesa per darle la gioia del tuo Regno. Ecco Voi siete un po’ come il grano sparso qui intorno a questa chiesa per essere la chiesa di Dio e per formare un’unica grande famiglia. Noi qui proviamo ad essere un po’ il lievito, altra immagine questa volta evangelica, che da questo altare con la sua presenza e la sua preghiera Padre Franco, lievita la grazia di Dio a portatrice di benefici per tutti voi e per tutti noi”.
Presente alla Santa Messa anche il Priore della Pia Unione del SS. Crocifisso, Luca D’Apolito, che ha ringraziato Padre Franco Moscone: “La sua presenza assume grande significazione per il popolo ischitellano, è un segno tangibile che la Fede può tutto, che non ha barriere, confini, ma valica ogni difficoltà per dare sostegno, ninfa vitale, alla gente che smarrita e provata, vive questo difficile tempo, tra mille difficoltà”.
Al termine della celebrazione eucaristica non si è svolta la solenne processione, uno dei momenti più sentiti dai fedeli, quando la sacra statua del SS. Crocifisso di Varano viene portata sull’altura vicino alla Chiesa per la benedizione dei campi, del mare, del lago e di tutta la terra circostante.
Alle 12.20 circa però, proprio quando abitualmente avviene la tradizionale processione, a Ischitella si è creata un’atmosfera surreale. Per le strade vuote del paese si sono uditi in maniera forte e chiara i canti liturgici in onore del SS. Crocifisso di Varano, quei canti della tradizione interpretati da voci storiche della comunità ischitellana e che fanno emozionare tutti i devoti al SS. Crocifisso di Varano.
Quei canti, trasmessi dai balconi di diverse abitazioni situate in punti diversi del paese, sono stati in grado di evocare le toccanti sensazioni provate durante la solenne processione di ogni 23 aprile, riuscendo ad unire, mai come quest’anno, un’intera comunità nel segno della devozione.
La Redazione
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