Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Mag 08, 2020 Redazione Eventi e cultura, Spettacolo 0
Musica e tradizione ai tempi de “l’ann de la pandemij”: ecco l’inedito dei Taranta Folk
Seppure in pieno inverno, è nel febbraio del 2017 che germoglia il progetto di un nuovo gruppo musicale, quello di Michele Russi, Michelangelo Fusillo e Francesco Di Perna, di Carpino: con Melissa Conte e Giorgia Columpsi, ballerine di Cagnano, e la cantante Norma Vallese, di Vico, sono oggi diventati i “Tarant Folk” e la loro musica ha un’eco ben consolidata nel panorama artistico e culturale del Gargano.
L’amore per il binomio inscindibile tra musica e tradizione, e quindi per la musica popolare, è agli albori della loro nascita, che ha avuto come culla il folclore di Carpino, panorama all’interno del quale è d’obbligo citare il maestro Antonio Piccininno, Virgilio dei cantori. È suo il nome che porta il premio indetto ogni 24 agosto, a cui la Pro Loco collabora con l’assessore alla cultura del comune, Piero Fusillo. Nel 2018 i Tarant Folk vengono insigniti di questo riconoscimento assieme a coloro che hanno portato in auge la tradizione del proprio paese natale, evitando che il trascorrere del tempo ne sfumasse i contorni del ricordo, perché ars longa, vita brevis.
Nel paese dell’entroterra garganico il gruppo musicale muove i suoi primi passi, sempre supportato dalla persona di Michele Simone, dai due parroci Don Tonino e Don Michele e dall’amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Rocco Di Brina.
Dai palchi della città dell’olio, la loro musica si estende non a caso a macchia d’olio, e arriva ben presto a coinvolgere i comuni limitrofi. Nel 2017 l’assessore Mariella Scanzano invita la band ad allietare a ritmo di tamburello la seconda edizione dei Talenti Garganici, e sempre a Cagnano Varano, nell’estate del 2019 e su richiesta del presidente della Proloco Michele Coccia, i Tarant Folk invitano il pubblico a ballare a suon di nacchere, per conferire una nuova e colorata vita al bianco centro storico del comune, così come propugnato dal progetto estivo Cavù. Ed è in occasione della conferenza stampa di presentazione della terza edizione di Cavù che, la band, sempre su invito di Michele Coccia, si esibisce a Palazzo Dogana, sede della Provincia di Foggia.
Il prestigio di quest’occasione non è avulso dal contesto che annovera anche la data del 20 maggio 2019, quando il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta presiede a Cagnano Varano la firma del protocollo d’intesa mirato alla valorizzazione del patrimonio immobiliare locale. Il primo cittadino del comune, Claudio Costanzucci Paolino, invita i Tarant Folk a far rivivere ancora una volta la tradizione popolare garganica, tra gli applausi del pubblico e del vicepresidente del Consiglio.
È in autunno, quando il mosto diventa vino, che si degustano i prodotti locali, e le numerose sagre di paese ospitano sui loro palchi i tre musicisti e le due ballerine: nel novembre del 2017 la piazza di San Giorgio si muove a suon di tarantelle durante la sagra delle fae; nello stesso mese del 2019, è tra le strade di San Ferdinando di Puglia, sede della sagra del Carciofo, che risuonano gli accordi dei balli popolari carpinesi.
La didattica del progetto Gargano Food Village, svolto tra il settembre del 2019 e il gennaio del 2020, prevede l’accompagnamento musicale del gruppo nelle scuole medie di Manfredonia, San Ferdinando di Puglia, Vico del Gargano e nel liceo di Carpino.
Anche il paese di Cristalda e Pizzomunno, celeberrimo tanto da essere annoverato tra i versi di Max Gazzé, si interessa ai Tarant Folk: a Vieste, il 18 febbraio 2020, viene registrata un’intervista per Gargano Tv in cui Michele Russi, cantante, rivela alla telecamera i futuri progetti del gruppo. Oggi, 8 maggio, questi progetti si sono concretizzati. Benché annunciati sullo sfondo di una delle più belle spiagge garganiche, essi non erano destinati ad essere scritti sulla sabbia. E gli avvenimenti sfortunati dei mesi seguenti hanno dimostrato che forse, a minacciare di cancellarli, non c’erano le onde del mare ma le ondate dei contagi.
Ecco che d’emblée nelle nostre vite son diventati di uso comune termini il cui referente si pensava ormai anacronistico: l’epidemia diventata ben presto pandemia, la quarantena e così di seguito. È proprio il nuovo denominatore comune delle nostre esistenze, il nuovo livellatore di vite ai tempi del 2020, il motivo dell’inedito dei Tarant Folk, che ha impegnato l’inventiva di Michele e gli accordi di Michelangelo e Francesco, autori di brano e accompagnamento musicale, i cui editing e mixing non sarebbero stati possibili senza il prezioso contributo del professor Francesco Monaco, affermato professore ed artista.
Nella splendida e suggestiva raffigurazione della canzone, che porta la firma di Elisabetta Columpsi, il Covid-19 è sul palmo della mano che il diavolo tende verso San Michele, l’Arcangelo che, con la sua iconica spada, tenta di sconfiggerlo: ambizione che oggigiorno impegna in prima linea il personale sanitario e la ricerca mondiale, a cui è doveroso rivolgere un caloroso plauso. L’Angelo come metafora degli eroi del 2020, benché a prima vista paradossale, rivela il suo significato più profondo al confine labile che assumono in tali contesti scienza e religione.
Qual è il filo rosso che ne tiene i capi? È San Michele stesso, in realtà, il trait d’union di una lunga tradizione che coinvolge i patroni della zona: oggi, 8 maggio, data della sua seconda apparizione (detta “della Vittoria” e avvenuta attorno al VI secolo d.C.), è il giorno in cui i festeggiamenti di Cagnano Varano sono rivolti all’Angelo protettore del paese.
Il fenomeno micaelico coinvolge le culture di numerosi paesi del Gargano, basti pensare alla grotta del suddetto comune, ai festeggiamenti di Vieste, o a Monte Sant’Angelo, sede di ben due Siti riconosciuti Patrimonio mondiale dell’Umanità tutelato dall’UNESCO.
All’Arcangelo del melting pot garganico è dedicata la canzone dei Tarant Folk, esemplificativa di come la musica si evolva ai tempi de “l’ann de la pandemij”. Tra le righe del pentagramma, i musicisti desiderano rivolgerGli una preghiera, auspicando la fine di un periodo di buio che ha coinvolto tutta l’umanità.
Il brano, lungi dall’avere una platea prettamente religiosa, è in realtà destinato a tutti i garganici, per avvicinarli ad una comunione non esclusivamente divina, ma anche e soprattutto con la tradizione della loro culla, un posto il cui folclore pullula di spunti creativi.
Nei bui giorni della quarantena è datata l’ultima collaborazione dei Tarant Folk, quella con Giuseppe di Mauro, collega del noto cantautore Eugenio Bennato e musicista per eccellenza della tradizione popolare di Carpino.
Il confinamento che oggi impedisce il tradizionale pellegrinaggio dei cagnanesi alla grotta è quindi l’alba del progetto degli esordienti musicisti, che fanno dei versi di loro pugno un momento di condivisione con i loro conterranei, e si promettono di cantare nuovamente, e più calorosamente, quando l’alba investirà anche il giorno della fine della pandemia, rischiarato forse dallo stesso bagliore di luce che preannunciò al pastore l’imminente comparsa dell’Arcangelo nella grotta di San Michele.
Nella speranza di un domani migliore, scandito dal ritmo dei tamburelli e non più dal bollettino della Protezione Civile, i Tarant Folk vi danno appuntamento all’anno prossimo, perché, come suona nel ritornello: “Sant Michel mij’ quist jë l’ann d la pandemij, a ‘vuann non c venghë p nent all’ann che ven c stengë p semp”!
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