Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Mar 06, 2014 Redazione Il caso 0
Bufera sull’Università di Pescara per l’inchiesta sui presunti esami comprati che ha portato all’arresto ai domiciliari del professore dell’Università D’Annunzio Luigi Panzone. Tra gli indagati anche il sindaco in carica di Manfredonia, Angelo Riccardi.
Sta assumendo dimensioni sempre più ampie lo scandalo avvenuto all’Università di Pescara, sebbene quest’ultima risulti totalmente estranea ai fatti. La vicenda degli esami, in cambio di ingenti somme, finora vede coinvolte 32 persone. Tra gli indagati ci sono anche due nomi noti della Puglia come Angelo Riccardi, primo cittadino di Manfredonia, e Michele D’Alba, imprenditore foggiano.
Secondo l’accusa sarebbe stato Luigi Panzone, docente della Facoltà di Scienze Manageriali, che ora dovrà rispondere dei reati di corruzione e falso ideologico, a raccomandare ai suoi colleghi alcuni studenti permettendogli così di superare gli esami con il minimo sforzo, in alcuni casi persino senza presentarsi alla sessione. Tra questi studenti “fortunati” ci sarebbero proprio Riccardi e D’Alba, accusati ora di reati di peculato e corruzione.
I fatti risalgono al mese di giugno del 2012. Secondo le indagini coordinate dal pm Valentina D’Agostino e condotte dalla Digos il professore Panzone, che versava in difficoltà economiche, avrebbe intascato soldi da Riccardi a D’Alba per superare diversi esami. Panzone era già coinvolto nel filone madre di questa inchiesta, quello che riguardava gli esami superati dall’ex sindaco di Pianella e parlamentare Giorgio D’Ambrosio in cambio di assegni per il professore.
Nel corso delle indagini gli uomini della Digos si sono avvalsi di intercettazioni, pedinamenti e analisi di documentazione. Attraverso la tracciabilità bancaria è stato dimostrato il pagamento di 13 mila euro da parte di D’Alba a Panzone.
Per quanto riguarda Riccardi, secondo la procura, avrebbe promesso 50 mila euro al professore, cifra però che non avrebbe mai pagato. Avrebbe inoltre superato un esame mai sostenuto. In altre occasioni sia D’Alba che Riccardi avrebbero superato esami anche se le relative prove sostenute erano insufficienti. In un caso poi il sindaco Riccardi si sarebbe giunto a Pescara con l’auto del Comune.
Dopo la notizia del procedimento penale, Angelo Riccardi ha alzato la difesa sostenendo la sua estraneità ai fatti:
“Se avessi, in cuor mio, la convinzione di aver comprato anche solo un esame universitario, non esiterei a congedarmi dalla scena pubblica. Probabilmente non possiedo né scaltrezza, né avvedutezza, certamente non possiedo alcuna somma per comprare esami universitari”.
La Redazione
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