Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 31, 2011 Redazione Il resto dell'Italia 0
ROMA – Che ad aver raggiunto il traguardo sia stata l’indiana Nargis o la filippina Danica, da oggi siamo in 7 miliardi a popolare la Terra. Un punto di arrivo, però, che sembra passare inosservato perché anche un tema come questo può suscitare polemiche.
Ci sono due neonate per un solo podio, quello del sette miliardesimo essere umano del pianeta, un titolo che tra l’altro non comporta alcun beneficio, se non la menzione negli annali, ma la disputa scatta ugualmente e la questione è tutta asiatica.
Mancano pochi minuti alla mezzanotte del 30 ottobre quando in un ospedale di Manila, nelle Filippine, viene al mondo, con un peso di 2.5 chili, Danica May Camacho. I genitori, Florante Camacho e Camille Dalura, sono entusiasti: la loro figlioletta è appena passata alla storia come l’essere umano numero sette miliardi della Terra, gli scatti dei fotografi e gli obiettivi delle telecamere sono tutti per lei. L’Onu, che aveva contattato i genitori prima del lieto evento, per comunicare loro l’importanza simbolica dei bambini nati nel 31 ottobre, data scelta idealmente per il superamento della soglia prevista dai demografici, indica lei e manda, con tanto di torta, i propri rappresentanti per le congratulazioni. Inoltre Danica, così piccola, è già destinataria di una borsa di studio mentre alla famiglia spetta un contributo che le permetterà di aprire una piccola impresa.
In India però, a poche ore di distanza, alle 7,20 ora locale, in un ospedale dell’Uttar Pradesh, a Sunheda, un villaggio a pochi chilometri dal capoluogo di Lucknow, decide di nascere Nargis, figlia del calzolaio Sachin e della casalinga Pinky Pawar. Per l’organizzazione non governativa Plan India (che fa parte della britannica Pla International), che stava seguendo da vicino alcune donne che avrebbero dovuto partorire nell’ultimo giorno di ottobre, è lei la sette miliardesima abitante della pianeta.
Le autorità filippine non restano a guardare e rivendicano il titolo di Danica dicendo che invieranno all’Organizzazione mondiale della sanità la documentazione atta a certificare il loro primato. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon sembra andare oltre il semplicistico senso di una gara che vuole assegnare questo record ad uno o all’altro stato:
“Dobbiamo essere sicuri – ha spiegato – che queste bimbe sette miliardesime possano crescere senza ristrettezze e possano vivere in pace”.
La speranza però è che questa storia non finisca come quella dell’ormai 12enne Adnan Nevic, bosniaco, bambino numero sei miliardi o Matel Gaspar, croato, il numero cinque miliardi, i quali si sono lamentati – stando al giornale inglese ‘ Guardian’ – che le Nazioni Unite, dopo aver fatto loro regali e donazioni alla nascita, poi li abbiano per lo più ignorati.
Intanto non è un caso che le due bambine simbolo della crescita del pianeta siano nate nei due stati asiatici, due paesi che hanno molto in comune: entrambi restano due delle nazioni con il più alto tasso di natalità nel pianeta. Con 1.2 miliardi di abitanti, l’India è il secondo paese più popoloso al mondo e le previsioni dicono che entro il 2015 dovrebbe superare la popolazione cinese. Le Filippine invece si piazzano al dodicesimo posto e il parlamento da poco sta discutendo una legge sulla promozione della contraccezione, osteggiata dalla chiesa cattolica.
Che sia l’India o le Filippine ad aggiudicarsi questo primato, poco conta dunque: il raggiungimento della quota sette miliardi di persone evoca scenari non proprio confortanti dato che la crescita esponenziale delle persone va di pari passo ai problemi della mancanza di risorse, un tema da sempre all’ordine del giorno tranne che oggi in cui prevale la festa per questo nuovo record dell’umanità.
La Redazione
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