Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Feb 12, 2012 Redazione Il resto dell'Italia 0
Non è solo il mondo della musica a piangere la sua scomparsa e nemmeno l’intera America, la sua Patria. La notizia della morte di Whitney Houston, trovata senza vita in un hotel di Beverly Hills alle 15,30 di sabato, sta commuovendo tutto il mondo, l’intera generazione che l’ha conosciuta e ha amato la sua voce.
La stessa generazione che si è emozionata davanti a “The Bodyguard”, il film del 1992 in cui la regina del pop recitò a fianco di Kevin Costner e la cui colonna sonora è entrata nelle top ten mondiali degli album più venduti di tutti i tempi.
Non sono ancora chiare le ragioni che hanno spezzato la sua vita a soli 48 anni, ma era noto da tempo che la cantante stava mandando avanti una dura battaglia: quella contro l’alcol e la droga. Forse potrebbe esserci questo dietro la sua prematura scomparsa anche perché secondo la polizia di Beverly Hills sul luogo del decesso non sono stati individuati “segni evidenti di dolo”.
Figlia d’arte, della cantante gospel Cissy, prediletta della grande Aretha Franklin, Whitney Houston è salita presto alla ribalta con le sue straordinarie qualità canore tipicamente rithm&blues. Eppure, da alcuni anni non era più la stessa Whitney: provata dalla fine del suo burrascoso matrimonio con il cantante Bobby Brown e dalle terapie per uscire dal tunnel della tossicodipendenza, i tabloid ci hanno mostrato scatti in cui la cantante appariva irriconoscibile.
Una bellezza mozzafiato e un grande talento, “doti che forse non le hanno portato la stessa felicità che hanno portato a noi”, come ha scritto una commossa Barbara Streisand su Twitter. Un’infelicità che, in più di un’occasione, era la stessa star a raccontare, come in un’intervista del 2002:
“Sono io il mio miglior amico e il mio peggior nemico. Sono io il mio diavolo”.
Aveva fatto sperare però il suo ultimo album “I look to you”: probabilmente “The Voice” ci stava provando davvero. Soltanto giovedì scorso c’è stata la sua ultima esibizione, allo Staples Center di Los Angeles, nella serata di prova del più importante evento musicale americano, i Grammy Awards. Era programmata invece per il prossimo agosto l’uscita negli Usa del film che la vede protagonista, ‘Sparkle’.
In Italia l’abbiamo ammirata per l’ultima volta nel 2009 quando fu ospite della terza edizione di ‘X Factor’, in cui presentò la sua ‘Million Dollar Baby’. Ma molti italiani ricordano probabilmente con più emozione la performance del 1986 al Festival di Sanremo, quando dopo aver conquistato il pubblico dell’Ariston con la canzone ‘All at once’ fu salutata con una lunghissima standing ovation. Ecco perché noi abbiamo scelto di salutarla così.
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La Redazione
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