Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Feb 26, 2012 Redazione Politica 0
I cittadini di Vico del Gargano saranno chiamati alle urne il 6 maggio prossimo per rinnovare il proprio governo cittadino, guidato negli ultimi cinque anni dall’ Amministrazione del Sindaco Luigi Damiani che, il 27 maggio 2007, fu eletto primo cittadino battendo i “rivali” Guido Pupillo e Pierino Amicarelli.
Tre liste che si “spartirono” 5.133 voti su 7.700 aventi diritto al voto (quindi alle urne si presentò il 68% della popolazione votante). La lista Damiani ottenne 1.993 preferenze, il 38,83% dei votanti, ma considerando anche il restante 32% che non si presentò alle urne, viene fuori che la lista Damiani ha rappresentato in questi anni (sempre in termini di preferenze) solo il 25,88% della popolazione residente a Vico del Gargano (esclusi i minorenni che non votano): ovvero un quarto del paese.
Numeri alla mano, il 74,12% della popolazione non è a favore dell’attuale Amministrazione. È il sistema elettorale maggioritario (previsto per i Comuni inferiori ai 15.000 abitanti) che produce questi numeri mostruosi e sconcertanti… ma diversamente non si può fare e bisogna accettarlo. Siamo in democrazia, forma di governo un po’ “imperfetta” (nel senso di mal funzionante), ma sempre meglio di niente (o del peggio).
Ora, provate ad immaginare cosa succederebbe se fossero confermati i “rumors” che vogliono ai nastri di partenza della prossima tornata elettorale ben quattro o addirittura cinque liste! Facendo due conti, potrebbero bastare 1.000, 1.200 voti per imporsi: ovvero un quinto della popolazione che presumibilmente andrà al voto (considerando che numerosi residenti non potranno o non voteranno di proposito), con il conseguente risultato di sprofondare il paese nel caos e nell’instabilità politica più totale, molto più del passato.
Il tutto a favore della soddisfazione dell’ ego personale di chi vuole a tutti i costi vincere e “comandare” e ovviamente a discapito dei cittadini vichesi. Questi ultimi, a dire la verità , hanno preferito in questi anni più il lamentarsi sottovoce, il mormorare di nascosto, il non farsi sentire piuttosto di manifestare l’ insoddisfazione e il dissenso facendo sentire la propria voce nei luoghi e con i mezzi più opportuni.
Il caos delle chiacchiere ha già iniziato a confondere i cittadini di Vico del Gargano: chi va con chi, quello si candida, quell’altro no, anzi sì, con il suo ex nemico che è diventato improvvisamente amico e via dicendo; candidati con liste incomplete (o in alcuni casi ancora inesistenti) a caccia della persona giusta con la famiglia più numerosa. Ma la cosa più inquietante è che le chiacchiere (e i chiacchieroni) hanno distratto l’attenzione dei cittadini (quelli distratti) dalla cosa più importante: che politica significa coerenza, responsabilità e programmazione. Idee che diventano progetti che a loro volta diventano realtà attraverso il lavoro serio, costante e soprattutto non individualista.
«Le elezioni favoriscono i chiacchieroni» scriveva nel 1938 Georges Bernanos nella sua opera “I grandi cimiteri sotto la luna”. Veramente vogliamo credere che la politica sia fatta solo di chiacchiere? Addetti ai lavori, non credete che forse sia arrivata l’ora di metterle a tacere attraverso il lavoro serio, la politica sana, onesta e sincera, fatta di “Uomini”, programmi e idee concrete? Le chiacchiere, come diceva quello, “stanno a zero”… e speriamo che un vento nuovo e impetuoso se le porti via lontano. Per sempre.
Francesco Romondia
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