Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Dic 04, 2012 Redazione Politica 1
Ridurre i costi della politica? La Puglia è la prima regione d’Italia a fare sul serio: approvato all’unanimità dal consiglio regionale la modifica dello Statuto che riduce il numero dei consiglieri da 70 a 50 più il presidente eletto.
La modifica è passata in seconda lettura (la prima era stata approvata lo scorso 2 ottobre) rendendo definitiva l’approvazione. Dalla prossima legislatura inoltre il presidente della Giunta eletto potrà nominare solo due assessori esterni mentre i restanti dovranno essere tutti consiglieri regionali eletti.
“Mai stati meno ‘Casta’ di oggi” ha commentato il presidente dell’Assemblea Onofrio Introna che ha descritto la giornata di oggi come una pagina di buona politica, “segnando un passo avanti decisivo nel processo di autoriforma, avviato autonomamente, ancora prima che calasse sulle Regioni italiane la scure del governo dei tecnici”.
Il prossimo passo, sempre secondo il presidente Onofrio, sarà la revisione della legge elettorale che dovrà recepire i rilievi della Consulta sul premio di maggioranza, adeguarsi alle modifiche statutarie dei numeri e rispondere alle attese delle donne: più parità di genere, nelle urne e in aula.
La Puglia diventa così capofila nazionale della spending review risultando la prima regione in Italia a recepire il decreto legge che riduce i costi della politica. Già nella seduta del 30 novembre 2012 il Consiglio ha, infatti, rivisto le norme sullo status economico dei componenti del Consiglio. La maggior parte delle norme entrerà in vigore il primo gennaio 2013 per un risparmio annuale previsto che sfiora i 5 milioni di euro.
Sempre dal 2013 saranno ridotti gli emolumenti percepiti dai consiglieri, abolito l’istituto del vitalizio, tagliati i contributi a favore dei gruppi consiliari e rafforzate le misure per la pubblicizzazione dello stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche. A queste modifiche si aggiunge la decisione del governatore pugliese Nichi Vendola di autoridursi lo stipendio (dopo lo scandalo Fiorito) di 50mila euro annui.
Il vento “anti casta” che sembra soffiare tra i palazzi degli organi regionali pugliesi però appare del tutto nuovo. Solo un anno fa decine di consiglieri regionale chiedevano la restituzione del 10 per cento dello stipendio dopo che la riduzione disposta dall’ufficio di presidenza nel 2006 fu dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale. E se quel 10 per cento non tornò più nelle loro tasche fu solo perché, sfortunatamente per loro, si ricordarono di impugnare la delibera quando i tempi erano abbondantemente scaduti.
La Redazione
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Commenti: “Puglia, prima regione a tagliare il numero dei consiglieri”