Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Lug 06, 2016 Redazione Politica 0
Convocato per domenica 10 luglio il consiglio comunale richiesto da 7 consiglieri comunali per revocare e sostituire il Presidente del Consiglio Comunale
Soffia vento di crisi nel Comune di San Nicandro Garganico. È stato convocato per domenica 10 luglio, alle ore 21.00, presso l’aula magna di Piazza IV Novembre, il consiglio comunale, in seduta straordinaria, che tra gli accapi all’ordine del giorno prevede la revoca del Presidente del Consiglio Comunale (Domenico Fallucchi) e la nomina del nuovo Presidente del Consiglio Comunale.
A fare richiesta della convocazione della seduta, lo scorso 20 giugno, sette consiglieri comunali, facenti parte del gruppo di minoranza Giovanni Villani, Vincenzo Giagnorio e Peppino Ritoli (Forza Italia), Matteo Vocale e Mario D’Ambrosio (Partito Democratico), Enzo Marinacci (Nuovo CdU) e Antonio Zuccaro (UDC) che definiscono la gestione di Domenico Fallucchi “del tutto incoerente con il ruolo istituzionale e viziata da numerose lacune, mancanze, omissioni”.
In ben sei pagine di relazione i consiglieri riportano le dettagliate motivazioni per le quali l’attuale Presidente si sarebbe dimostrato, soprattutto negli ultimi mesi, “più preoccupato a garantire il sindaco e la sua maggioranza che a fare il presidente del consiglio”, al punto che “i consiglieri si sentono praticamente privati della pienezza del loro ruolo istituzionale”.
“La minaccia del sindaco Gualano di dimettersi, benché auspicata dopo i fatti del settembre 2015, appare fuori da ogni logica se pronunciata solo ora in vista di una semplice sostituzione del Presidente del Consiglio comunale” dichiarano i consiglieri che ricordano come, a settembre del 2015, quando non c’era più una maggioranza, il sindaco Gualano “invece di dimettersi e aprire una vera crisi politica, ha fatto di tutto per restare al suo posto, rattoppando le falle con pietosi mercanteggiamenti e nuovi ingressi in maggioranza sulla base del nulla e invocando la responsabilità a non lasciare la città nelle mani di un commissario”.
“Ora che si tratta soltanto di sostituire un presidente del consiglio, per far meglio funzionare il maggior consesso politico cittadino – continuano i consiglieri – il sindaco minaccia le dimissioni, dimenticando quel senso di responsabilità sbandierato ai quattro venti”.
“È una cosa inaudita – concludono le opposizioni – che una sfiducia al presidente del consiglio si possa tradurre in una sfiducia al sindaco. La politica è fatta di regole e passaggi ben precisi, che dovrebbero garantire il rapporto di fiducia con i cittadini. Ma è evidente che Gualano non sa di cosa si parla: ci aspettiamo che se davvero decide di dimettersi, liberando la città dall’immobilismo e dall’incompetenza, lo faccia su basi politiche ben più importanti di una carica, o poltrona che dir si voglia, tenuta dall’amico-regista di questa amministrazione”.
La Redazione
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