Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Dic 12, 2017 Redazione Politica 0
A seguito dello scioglimento della seduta del Consiglio regionale al momento del voto sulla proposta di legge a sostegno dell’editoria, le opposizioni di centrodestra hanno tenuto una conferenza stampa
I lavori del Consiglio regionale della Puglia si sono conclusi per la mancanza del numero legale nel corso della votazione sull’articolato riguardante la proposta di legge per la promozione e il sostegno pubblico all’informazione. A seguito dello scioglimento della seduta del Consiglio le opposizioni di centrodestra hanno indetto una conferenza stampa.
Se il numero legale è venuto meno, la responsabilità è da attribuire principalmente a esponenti di spicco della maggioranza, che pur presenti non hanno votato. Questo il dato politico fatto rilevare dal capogruppo di DIT, Ignazio Zullo nel corso della conferenza stampa. “Probabilmente – ha rimarcato Zullo – erano loro a non volere questo provvedimento”.
L’esponente di Fratelli d’Italia, Saverio Congedo ha ricordato come “non ci sia stato Consiglio regionale in cui sia mancato il numero legale, per cui bisognerebbe capire se si tratti di distrazione o piuttosto di un problema politico, determinato dalle evidenti frizioni tra Pd e MPd. A farne le spese – ha concluso – è l’attività del Consiglio e provvedimenti, come quello in discussione oggi, che avevano larghissima condivisione”.
Anche il consigliere regionale Domenico Damascelli che ha confermato l’ampia adesione dei vari gruppi ai principi della legge, ha tuttavia stigmatizzato la presentazione di emendamenti nel corso dei lavori dell’aula che hanno sovvertito l’obiettivo della legge di sostenere le piccole realtà editoriali.
Rammaricato Francesco Ventola (DIT) che ha parlato di ennesima occasione persa: “Dopo essere riusciti a stralciare la parte che riguardava la comunicazione istituzionale della Giunta Regionale e che esulava quindi dall’oggetto, ci siamo ritrovati di fronte ad una volontà arrogante di sovvertire il principio con cui si fissava un tetto superato il quale non era consentito l’accesso ai contributi pubblici. Paradossalmente, grazie proprio al ‘non voto’ di alcuni esponenti di maggioranza, questo tentativo non è andato in porto. Resta il dubbio se si tratti di una scelta voluta. Peccato perché la legge era giunta in Aula dopo un confronto sereno e costruttivo con Assostampa e Ordine dei giornalisti”.
Di comportamento frettoloso e confusionario ha parlato invece il capogruppo di FI, Nino Marmo secondo cui “tutta l’architettura dell’ ‘imbroglietto’ è saltata grazie all’emendamento del consigliere Santorsola di Noi a Sinistra, che eliminando appunto la disposizione che vietava l’accesso ai beneficiari di interventi uguali o maggiori a 80mila euro, ha cancellato l’unica vera garanzia di perequazione, attribuendo ogni potere discrezionale alla Giunta regionale. Una legge che poteva essere molto importante per il settore e che invece, con un comportamento schizofrenico della maggioranza di governo, è stata annullata”.
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