Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Gen 11, 2019 Redazione Politica 0
In una lunga conferenza stampa Leonardo Di Gioia spiega perché si dimette dalla carica di Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia. E rimette le deleghe nelle mani del presidente della Giunta Michele Emiliano
Pochi giorni fa l’annuncio, ora arriva la conferma. L’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, si dimette e affida la delega al presidente Michele Emiliano. Le ragioni della sua decisione nella conferenza stampa tenutasi stamane.
Di Gioia ha innanzitutto ringraziato il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, “per l’opportunità conferitagli oltre tre anni fa di ricoprire il ruolo di assessore, su una delega molto complicata e delicata”. Di Gioia, che veniva dall’esperienza assessorato al bilancio, materia che lui ha definito “molto più istintiva”, perché connaturata agli studi e alla sua formazione professionale. “Quella agricola è una materia dinamica, in cui le posizioni sono contrapposti, anche tra i beneficiari delle politiche da mettere in atto, in cui i territori sono contrapposti. Il dilemma è stato se finanziare più spesso, con più intensità quelle aziende che guardano all’Europa e sono performanti o aiutare quegli agricoltori eroici che stanno sulle colline, che fanno attività storicamente affini alla nostra Regione”.
“Molti errori sono stati fatti – ha detto Di Gioia – e questa conferenza stampa non vuole essere la celebrazione degli errori degli altri. Molti errori sono stati fatti un po’ per inesperienza, per bisogno di imparare, e un po’ perché la materia è davvero complicata. In molti casi gli errori sono rimasti come un segno indelebile nel giudizio su quanto è stato fatto. Penso alla vicenda del TAR che ha segnato in maniera seria e profonda il rapporto tra noi e i beneficiari del PSR”.
“Si poteva continuare a mantenere il timone con eguali sofferenze – ha continuato Di Gioia – ma io ho ritenuto che, per una questione di dignità personale, per difesa del ruolo svolto in questi anni, ma anche per difesa delle ragioni dell’agricoltura, fosse giunto il momento di mettere un punto nei rapporti tra struttura assessorile e agricoltori e tra assessorato all’Agricoltura e il resto della Giunta, quindi Michele Emiliano”.
Dietro la scelta di Di Gioia ci sarebbe una rottura con il presidente Emiliano sull’approccio alle emergenze, con il presidente che ha avocato a se’ ruoli di coordinamento e di decisione esclusiva su temi prettamente di competenza dell’assessore: “Penso che Emiliano abbia caratterialmente la vocazione ad entrare su tutte le materie della Giunta, questo attiene anche al ruolo e al rapporto che lui ha con gli elettori, con le prerogative di legge. Io non ho posto il tema di essere autonomo nelle decisioni agricole. So bene di essere un delegato del Presidente, eletto in Consiglio e che si occupa di una materia per delega del Presidente. So che la relazione tra questo assessorato e la Presidenza deve essere intensa. Però penso anche che l’apporto che il Presidente può dare a questa vicenda non è sicuramente quello di ergersi in corso d’opera a risolutore di situazioni che anche lui come me ha contribuito a creare. Non può essere un passante sul viale che si accorge che ci sono agricoltori che protestano e che quasi decide di risolvere il tutto traslando le questioni politiche da questi uffici ad altri. Credo che non sia onesto nei miei confronti, in quelli degli agricoltori e nei confronti di quelli che devono farsi un giudizio in quanto cittadini del nostro operato. Il Presidente Emiliano può sempre occuparsi di agricoltura ma deve avere il garbo di venire in Assessorato e partecipare a tutti i tavoli di concertazione che teniamo”.
Per Leonardo Di Gioia, nell’affrontare le vertenze del settore, “Emiliano lo avrebbe messo sullo sfondo e considerato parte del problema”. La sua “esuberanza – ha detto – a volte gli impedisce di guardare il particolare e io sono il particolare che Emiliano ha trascurato”.
Ma le accuse di Di Gioia vanno anche al mancato supporto da parte di tutta la Giunta sul fronte delle risorse umane in agricoltura: “Rimetto al presidente la delega, così insieme alla sanità valuterà cosa fare – ha dichiarato con una malcelata ironia Di Gioia – e gli consegno insieme alla delega una sorta di piccolo testamento su ciò che è impossibile realizzare in questo assessorato senza le risorse e senza nuovi dirigenti che abbiano la forza e il potere di firmare atti complicati: bisogna potenziare il personale, bisogna chiarire se ci sono o meno le risorse, bisogna far partire due nuovi bandi, bisogna inserire nuovi dirigenti, consolidare la struttura, bisogna cambiare la dinamica politica se è una priorità fare ciò che in questa Regione finora non è stato fatto. Si chiarisca il ruolo di Arif che risponde alla presidenza della Regione saltando il confronto con l’assessorato e compromettendo le stabilizzazioni da fare.”
Ciononostante l’assessore dimissionario ha confermato la sua continuità nella maggioranza e nel centrosinistra in Regione: “Resto con questa maggioranza, e lavorerò in Consiglio. Bisogna saper fare gli assessori ma anche gli ex assessori, comportandosi con signorilità, per questo chiederò di non andare in commissione Agricoltura. Appoggerò Emiliano nella sua nuova candidatura, dopo la fine di questo mandato, se raccoglierà le mie istanze. Voglio lavorare per la mia terra, la Capitanata, e per la mia Regione. Stiamo con Emiliano, Emiliano dimostri di stare con gli agricoltori”.
Di Gioia ha spiegato di fare questa mossa non per candidarsi a sindaco di Foggia, ma perché vuole dare un segnale forte a chi governa: “Non mi candido sindaco di Foggia, anche se sono in molti ad auspicarlo. Il mio obiettivo in questo momento non è il Comune di Foggia”. E in conclusione arriva proprio una esortazione a trovare la giusta strada: “Manca un anno e mezzo alla fine della legislatura, è ancora possibile rimettere in piedi il Psr e strutturare un luogo per prendere le decisioni su Xylella. Credo che il presidente o chi per lui possa trovare le soluzioni”.
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