Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
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Puglia, duro attacco del Movimento “Moldaunia” al sindaco di San Severo
Ecco l’appello, rivolto ai cittadini di San Severo, diffuso dal promotore del Movimento che da anni si batte per la convocazione di un referendum per il passaggio della Capitanata al Molise
Duro attacco contro il sindaco di San Severo, Francesco Miglio, da parte del movimento popolare “Moldaunia”, il progetto che si batte da anni per la convocazione di un referendum per il passaggio della Capitanata al Molise.
Di seguito la nota stampa diffusa dal promotore del movimento, l’ing. Gennaro Amodeo, che si appella ai cittadini di San Severo.
“Ci vuole proprio una faccia di bronzo per tornare a chiedere ai suoi concittadini la fiducia per le prossime elezioni del 26 maggio, dopo aver:
tirato la volata elettorale, per la presidenza regionale pugliese, al suo sodale politico barese, chiamato a gestire la Legalità della sua città, in spregio alla dignità e capacità dei suoi concittadini e di quelli dell’ intera Capitanata;
iniziato un incomprensibile sciopero della fame per protestare contro le Istituzioni nazionali per il picco di criminalità dilagante raggiunto in provincia ed in particolare a San Severo, di cui Lui era il rappresentante e responsabile istituzionale;
sconfessato il suo stesso voto, espresso nel 2011 al Consiglio Comunale di San Severo, per l’ approvazione unanime della delibera di adesione al progetto MOLDAUNIA;
disatteso la reiterata richiesta di referendum del Movimento MOLDAUNIA, arrivando alla discussione del tema solo il 27/10/2016, oltretutto approvando una delibera niente affatto coerente col suo intervento in aula consiliare, e pertanto contestatagli ufficialmente da uno dei suoi Consiglieri Provinciali;
boicottato, la volontà popolare espressa dalle delibere di n. 16 Comuni della Capitanata, compresa quella della sua città e del capoluogo: Foggia, in rappresentanza di oltre il 40 % dell’intera popolazione provinciale.
Un personaggio politico così squallido non merita né la fiducia né il rispetto della propria gente e, tanto meno, il diritto di rappresentarla, ma solo di essere radiato definitivamente dalla scena politica, non solo di San Severo, ma dell’intera Capitanata, in quanto non ha avuto rispetto nemmeno per la sua dignità personale”.
