Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Mag 08, 2020 Redazione Politica 0
Il governatore pugliese dopo l’ordinanza regionale: “La Puglia non consentirà aperture in contrasto con le disposizioni nazionali”. Fitto: “Emiliano chieda scusa ai parrucchieri, barbieri ed estetisti pugliesi”
Dopo l’ordinanza regionale, emanata ieri, sulla riapertura di centri estetici, di bellezza, inclusi i saloni di acconciatura, con efficacia dal 18 maggio 2020 sino al 01 giugno 2020, il presidente della Regione Puglia precisa: ”
“L’ordinanza, come per chiarezza ho comunicato al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, dispiegherà i suoi effetti dal 18 maggio in coerenza con i provvedimenti nazionali che saranno adottati nei prossimi giorni e, soprattutto, nel pieno rispetto dei protocolli per la sicurezza dei lavoratori che saranno indicati dalle linee guida disposte dal Comitato Tecnico Scientifico e dall’Inail per ciascun comparto di attività”.
“In attesa di queste, diversamente da quanto fatto dalla Regione Calabria, la Puglia non consentirà aperture in contrasto con le disposizioni nazionali in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Le precisazioni del governatore pugliese hanno suscitato critiche, a cominciare dai consiglieri del M5S Puglia che in una nota sostengono: “Emiliano si tradisce da solo, ammettendo tra le righe che l’ordinanza fatta ieri per la riapertura di barbieri, parrucchieri e centri estetici è in realtà solo uno spot. Che senso ha emanare un provvedimento del genere alle ore 21 del 7 maggio, per stabilire l’apertura il 18 maggio e oggi spiegare che comunque si riaprirà in coerenza con i provvedimenti nazionali e ‘nel pieno rispetto dei protocolli per la sicurezza dei lavoratori che saranno indicati dalle linee guida disposte dal Comitato Tecnico Scientifico e dall’Inail’? Non sarebbe stato meglio impiegare ‘l’approfondito lavoro’ del dottor Lopalco e degli altri tecnici, con tanto di sopralluoghi, verso altre urgenze legate al Covid? Il Governo sta lavorando per le riaperture, con linee guida precise e dettagliate su tutte le misure da adottare per garantire la massima sicurezza di addetti ai lavori e clienti. Fughe in avanti, inutili come da lui stesso implicitamente ammesso, generano solo confusione e di certo non servono ai pugliesi”.
Attacchi anche da Raffaele Fitto, europarlamentare di Fratelli d’Italia: “La precisazione di poco fa del presidente Emiliano sull’ordinanza di apertura di barbieri, parrucchieri ed estetisti trasforma una vicenda drammaticamente seria in farsa ed è la dimostrazione di quanto lui giochi con la pelle di chi è disperato. A cosa serve la sua ordinanza se si riapre solo il 18 e solo se lo decide il Governo? Per capire: cosa ordina ed a chi?”.
“Sappiamo bene di quanto sia urgente aprire e noi di Fratelli d’Italia a livello nazionale e regionale lo chiediamo da settimane – prosegue Fitto – ma a noi appariva chiaro, perché logico, fin da ieri sera, che se il 18 maggio non vi sarà un provvedimento del Governo nazionale che detti le linee guida delle riaperture, anche in Puglia non si potrà aprire proprio un bel nulla. E quindi la domanda sorge spontanea: perché la video-conferenza di ieri sera con i rappresentanti delle categorie?”. “Non solo – aggiunge Fitto – ma se si dovranno aspettare e rispettare le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale e dell’Inail, quelle dettate da lui a cosa servono se non a creare confusione. E se tutta la categoria spenderà in questi giorni, per adeguarsi alle regole di Emiliano e queste dovessero essere, come è molto probabile, diverse da quelle nazionale che succede?”. “Emiliano – conclude Fitto – oltre che a precisare al ministro Boccia, rifaccia un’altra nota e chieda scusa ai parrucchieri, barbieri ed estetisti pugliesi per averli preso in giro con questo grande pasticcio”.
Critiche anche dai consiglieri del Gruppo di Forza Italia Nino Marmo, Giandiego Gatta, Aldo Aloisi, Domenico Damascelli e Francesca Franzoso: “Le ordinanze di Emiliano? Provvedimenti ‘ad orologeria’ ad uso elettorale, pubblicati su Facebook alle 21.35, come quella di ieri per la riapertura di parrucchieri e centri estetici, per bruciare ogni possibilità di commento. A questo servono gli scienziati della task force? A fare videoconferenze? A potenziare ogni forma di visibilità mediatica, mentre tutti i dati confermano che la gestione pugliese della pandemia non è efficace? Gli scienziati servono per fare la commedia sulla possibilità di aprire queste attività oppure no, lasciando credere agli operatori che si riprenderà a lavorare grazie all’ordinanza del presidente? Sapendo che il governo su questo stava valutando la possibilità di anticipare la riapertura rispetto alla data prevista del 1° giugno, ha soltanto fatto il furbetto, ma i pugliesi non hanno l’anello al naso. Perché, se invece si trattava di una decisione autonoma della Regione, Emiliano, con ordinanza, poteva stabilire la riapertura per l’11 maggio. E ancora: per garantire alle attività maggior sicurezza, la Regione deve impegnarsi ad effettuare molti più tamponi. Anche su questo, la Giunta pugliese fa acqua da tutte le parti e siamo in fondo alla classifica nazionale. Fa sorridere, poi, l’atteggiamento del ministro Boccia e la sua politica dei ‘due pesi e due misure’: in Calabria impugna l’ordinanza della presidente Santelli, che ha riaperto bar e ristoranti, mentre in Puglia chiude un occhio sull’operato del suo ‘compagno’ di partito. Il presidente del ‘voto quanto prima’, che sogna le urne il 26 luglio con oltre 30 gradi, rincorre il governo per poter mettere la bandierina e dire ‘Siamo arrivati prima noi!’. Prendendo in giro tutti, ovviamente. Il governo, nel pomeriggio di ieri, aveva reso noto che avrebbe chiesto all’Inail per decidere sulle modalità di riapertura di centri estetici e parrucchieri… e l’ineffabile presidente pugliese ha sparato la cartuccia in tarda serata, per bruciare tutti sul tempo (ma senza produrre alcun effetto concreto). Inoltre, una domanda sorge spontanea: le ordinanze dovrebbero avere carattere d’urgenza. Ergo, perché emanarne una per annunciare la riapertura non l’11 maggio, per esempio, ma il 18? La solita smania di protagonismo di chi è pronto a subordinare tutto al proprio egoismo elettorale. Persino la salute dei cittadini, chiedendo elezioni in un periodo ancora caldo non solo per la temperatura, ma anche e soprattutto per l’epidemia”
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