Ultimo aggiornamento 16 Aprile 2021 - 16:01
Ott 29, 2020 Redazione Politica 1
La risposta dell’epidemiologo alla Ministra dell’Istruzione che ha chiesto di riaprire le scuole in Puglia
L’assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco replica, in un post su Facebook, alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che aveva criticato la decisione del governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, di chiudere le scuole nella regione chiedendone l’immediata riapertura.
“La decisione presa dalla Regione Puglia di interrompere momentaneamente la didattica in presenza nelle scuole, sofferta quanto necessaria, affonda le sue motivazioni in questioni sia di carattere epidemiologico che pragmatico che vanno tutte nella direzione urgente di mitigare l’impatto della pandemia.
I contagi nella nostra regione hanno intrapreso un ritmo di crescita esponenziale estremamente preoccupante. Il numero di casi riportati nelle scuole, apparentemente, rispecchia la fotografia della distribuzione del virus nella popolazione esterna. In realtà, da quando è partita la attività didattica ad oggi sono stati segnalati 1121 casi di positività fra la popolazione di età 6-18 anni, corrispondenti all’11% dei casi totali. Questa percentuale era del 6% nella settimana dal 17 al 22 settembre e dell’8% nella prima settimana di apertura della scuola. L’aumento della proporzione di casi in quella fascia di età è dunque sicuramente contemporaneo alla riapertura della scuola nella nostra Regione. Questo fenomeno non deve sorprendere: essendo la scuola un aggregatore sociale, a prescindere se il contagio avvenga nelle aule o al di fuori di esse, rappresenta comunque un fattore facilitante per la diffusione del virus.
Quando in una epidemia come questa si osserva una curva in crescita, non ci si può permettere il rischio che tale crescita diventi incontrollabile. Bisogna intervenire precocemente con misure tempestive. Più tempestive sono le misure, minore potrebbe essere la durata delle stesse. E’ per questo motivo che noi monitoreremo la situazione costantemente e rivedremo la misura settimanalmente.
Accanto a queste considerazioni di natura epidemiologica vi sono anche considerazioni di ordine pragmatico circa quello che ha rappresentato l’attività scolastica in termini di impatto sul servizio sanitario. A causa del suo ruolo di aggregatore sociale, ogni volta che si sviluppa un caso di positività nella comunità scolastica, si avvia una macchina sanitaria imponente per isolare i casi e i loro contatti, eseguire i tamponi a tutti ed avviare la indagine epidemiologica in ogni caso secondario che dovesse risultare positivo. A titolo di esempio, nella ASL di Lecce, la meno colpita dal contagio nella nostra regione, a fronte di 34 studenti positivi sono al momento in isolamento domiciliare 840 studenti.
A questo carico di lavoro per gli addetti al tracciamento, che rischia di ingolfare un’attività cardine per il controllo dell’epidemia, si aggiunge l’enorme numero di richieste di certificazioni (spesso accompagnate dalla richiesta contestuale di inutili tamponi) di cui sono inondati i pediatri di famiglia.
Le chiedo, onorevole Ministro, invece di avere un atteggiamento inutilmente ideologico nei confronti della didattica in presenza a tutti i costi, di accompagnare l’amministrazione scolastica in un percorso che purtroppo deve modificarsi velocemente in base alle esigenze epidemiologiche di un virus le cui azioni devono essere prevenute e non inseguite.
Avrei potuto, da epidemiologo, darle un parere sui banchi a rotelle che hanno monopolizzato il dibattito estivo, o sulla mancata ristrutturazione organizzativa della didattica, quali doppi turni, alternanza di didattica in presenza e distanza, orari di ingresso fortemente differenziati, ecc. Ma non è mio compito farlo.
Noi speriamo comunque che questa interruzione possa portare ad una ristrutturazione organizzativa volta a diminuire sensibilmente la presenza in contemporanea degli alunni nei plessi scolastici. Da parte nostra, siamo impegnati a migliorare la capacità di testing adottando il più possibile l’uso di tamponi rapidi e semplificando la burocrazia che accompagna la scoperta di un caso di positività a scuola. Ma anche in questo abbiamo bisogno di un aiuto da parte dell’amministrazione per ridurre al minimo la richiesta di certificazioni spesso improprie.
Una pandemia la si combatte insieme. Si vince o si perde insieme”.
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Sicuramente il virus non va inseguito , ma chiudere le scuole significherà andarlo a inseguire quando i ragazzi delle medie e superiori si aggregheranno fuori dagli spazi scolastici e allora si che sfuggirà il tutto !i genitori sono stanchi di questi scarica barile di responsabilità, vuoi per le falle nell’ organizzazione sanitaria , certificati, richiesta tampone , per poter rientrare a scuola .il tempo sia effettivamente impiegato a trovare delle soluzioni per riaprire le scuole , con doppi turni , potenziamento dello screening , agli studenti il vostro tempo infinito per fare delle scelte non glielo restituirà più nessuno !fate che alle vostre parole: ” interruzione più breve possibile della scuola”seguano davvero i fatti. Qualcuno che ha votato per voi ha creduto nelle vostre scelte , adesso vi assicuro che parecchi si sono già pentiti proprio perché avete sacrificato ciò che c ‘ era di più facile : il diritto alla scuola di ogni ragazzo.