Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Nov 09, 2011 Pina D'Errico Salute 0
FOGGIA – Favoreggiamento personale e aggravato perché commesso con abuso di poteri violando i doveri inerenti le sue pubbliche funzioni. Questa l’ipotesi di reato di cui è accusato il direttore generale dell’Asl di Foggia Ruggero Castrignanò.
L’avviso di garanzia, emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Foggia, Antonio Laronga, gli è stato notificato stamane dalla Digos della questura della città pugliese. Castrignanò, originario di Lecce e nominato a capo direttore generale nel 2008, secondo l’accusa avrebbe favorito di Biase, amministratore unico di Sanitaservice srl, la società “in house” dell’Asl di Foggia che gestisce il servizio di emergenza e 118, nel tentativo di eludere le indagini in corso.
Di Biase, infatti, è indagato per il reato di peculato d’uso continuato perché fino ad agosto del 2011 si sarebbe appropriato di un’automobile, una Bmw “X3″ intestata a Sanitaservice, società di cui l’Asl detiene la totalità del capitale sociale, che avrebbe utilizzato per impieghi strettamente personali. Per la precisione secondo l’accusa Di Biase avrebbe utilizzato il Suv, ora posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria, per partecipare a un matrimonio nelle Marche, viaggi di piacere e shopping, portando con sé anche familiari e amici, estranei alla società.
Castrignanò avrebbe tentato di eludere le indagini. Nel 2009 il direttore generale ha partecipato a un’assemblea dei soci della Sanitaservice in cui fu deciso un compenso annuo per Di Biase, compenso che non prevedeva altre indennità o autorizzazioni ad uso promiscuo dell’auto intestata alla società. Pochi giorni fa, a ottobre del 2011, avrebbe preso parte a un’altra assemblea dei soci, che aveva a oggetto proprio l’assegnazione dell’automobile all’amministratore unico della Sanitaservice. Nel corso di questa riunione, dicono gli investigatori, Castrignanò avrebbe ratificato il provvedimento ritenendo valida l’operato di Di Biase fino a quella data. Operato, invece, costituente reato per gli inquirenti.
Di Biase era già noto alle cronache per aver aggredito un giornalista, colpevole di aver redatto un articolo, sempre sulla società di cui è amministratore unico, non “gradito”. La vicenda risale al marzo del 2011.
Pina D’Errico
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