Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Gen 28, 2012 Redazione Salute 1
Non si potevano permettere un quarto figlio. Per questo la decisione di scongiurare definitivamente quell’eventualità programmando un intervento di sterilizzazione.
L’intervento è stato eseguito il 24 giugno 2010 all’Ospedale Riuniti di Foggia dov’era previsto che la donna partorisse, tramite taglio cesareo, il suo terzo figlio. Contestualmente si è proceduto anche al cosiddetto allacciamento delle tube di Falloppio. Questo sarebbe dovuto bastare a evitare il minimo rischio di una gravidanza.
E invece a settembre dello stesso anno, solo tre mesi dopo la nascita del terzo figlio, la donna ha scoperto di essere di nuovo incinta. Una notizia che ha fatto entrare la famiglia nel panico perché mantenere anche quel quarto figlio sarebbe stata un’impresa per loro, con un nucleo monoreddito composto da due adulti poco più che trentenni e da tre figli a carico. Quella quarta gravidanza poi era anche la testimonianza che quell’intervento era stato sbagliato.
Sta di fatto che la donna ha portato avanti la gravidanza, stavolta però presso la “Casa di cure riunite – Villa Serena / Nuova San Francesco” di Foggia. Qui il 21 giugno 2011 ha messo al mondo il quarto figlio per poi subire nuovamente la sterilizzazione. Un intervento resosi necessario dato che, dalla cartella clinica della quarta gravidanza risultava che le tube apparivano” atrofiche nel tratto intermedio”, ma era stata rilevata “la presenza di un cordoncino in continuità con gli estremi tubarici normali (pregressa legatura?) – da lì la necessità di “una sterilizzazione tubarica con sezione delle tube e asportazione di un segmento di due cm”.
Con gli Ospedali Riuniti però non è finita lì. La famiglia li ha chiamati in causa. Per ora si tratta soltanto di una “stragiudiziale”, un tentativo di riconciliazione tra le parti. A Foggia è la prima volta che si verifica un caso del genere, ma le sentenze della Corte di Cassazione emesse finora nel resto d’Italia colmerebbero la lacuna. Come quella del Tribunale del 2 settembre 2011 che stabilì come al mantenimento del minore avrebbe dovuto provvedere l’ospedale che ha commesso l’errore, fino a quando il minore non sarebbe stato capace di produrre un reddito sufficiente al suo sostentamento. Nella pratica: da 150 a un massimo di 230 mila euro (cifra richiesta in quel caso dalla parte lesa).
E la strada intrapresa dal legale della famiglia non è diversa: la sua intenzione è quella di quantificare il costo del mantenimento del minore, nato dopo il primo intervento di tentata sterilizzazione, e di addebitarla a chi ha commesso l’errore: cioè agli Ospedali riuniti (o meglio, alla sua compagnia assicurativa).
La Redazione
Nov 15, 2021 0
Nov 05, 2021 0
Ott 11, 2021 0
Ott 04, 2021 0
Giu 15, 2021 0
Giu 07, 2021 0
Giu 04, 2021 0
Mag 12, 2021 0
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
Oggetto: Danno alla persona | IL FALLIMENTO DELLA STERILIZZAZIONE TUBARICA NASCITA INDESIDERATA LO “SCONOSCIUTO” STUDIO “CREST” – Danno alla persona
http://www.dannoallapersona.it/il-fallimento-della-sterilizzazione-tubarica-nascita-indesiderata-lo-sconosciuto-studio-crest/